Inferno (1980) di Dario Argento

la cosa ci è piaciuta: dopo ZederJoker e Prendi i soldi e scappa, e visto l'abbioccamento generico causato dall'aver ingurgitato in calorie il PIL dell'intera africa durante le festività natalizie, sempre grazie a watch2gheder, abbiamo deciso di deviare verso l'horror, con un filmaccio di ben QUARANTANNI fa, con l'allora fiqua Eleonora Giorgi (si allega immagine)
recensione di inferno di onironautaidiosincratico.blogspot.it

come sempre, prima della recensione una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)


eRica: 27, donna, studentessa, patate, catania
Pietro: 30, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, catania
Fabrizio: 30, uomo, ingegnere, pasta, torino




1. riassumi la trama in 140 caratteri
e: Dalla scoperta di un libro antico si generano morti, misteri e ancora morti.
F: Il ritrovamento di un libro mette in moto eventi che porteranno a numerosi omicidi tra New York e Roma
P: la gente muore, e pure male, seguendo uno strano libro su tre madri in tre città diverse



2. gli animali come simbolo del male o come tramite di Satana per condurre l’umanità nel suo inferno?
e: bella domanda! Secondo me sono più un tramite di un male superiore, sono dipinti come esseri malvagi e portatori di morte, ma tutto accade secondo un “disegno più grande” che mi porta a vederli più come strumenti che come simbolo.
F: Presenti non solo nei tre film "zoologici", ma nell'intera filmografia di Argento, io penso che, nella sua visione, egli veda gli animali come portatori di male ma non necessariamente generatori primordiali di male. Sfrutta quella che è stato da sempre un topos della letteratura, l'animale portatore di sventure, cattivi presagi, morte anche, rimanendo ciononostante un mero esecutore. Sono sempre gli uomini a generare il male e a portarlo a compimento. Le tre madri sono chiaramente dei simboli per tre diverse caratteristiche della malvagità dell'uomo.
P: simbolo del male, altrimenti non avremmo gatti, uccelli, mosche nei titoli dei film horror dell’epoca; a parte questo il male è quasi sempre causato dagli umani, che usano animali, libri o altro come tramite (come un pò è sempre stato nella storia e nel “raccontare storie”: la colpa non è della mela, ma di Eva che l’ha mangiata [che poi colpa...si dice così, ma colpa non ne ha avuta quella poveretta])



3. che ruolo hanno le musiche di Emerson?
e: DISTURBANTE. Mi fermerei qui, ma sarebbe una risposta dettata troppo dai miei gusti personali. La musica crea l’atmosfera, ti dice prepotentemente quando c’è tensione e riesce a influenzare lo stato d’animo dello spettatore, nonostante ci possa essere poco coinvolgimento su altri fronti.
F: Argento e i Goblin, verrebbe da dire. E invece no, questa volta c'è il mitico Emerson. Mostro sacro del prog rock anni 70, gioca tutto con i synth (a palla de foco direbbe qualcuno[https://www.youtube.com/user/Frusciantone/videos]) regalando al film un'atmosfera molto anni 80, passando da pezzi molto calmi al pianoforte a ritmi più incalzanti nelle scene più concitate. A mio parere, la colonna sonora firmata da Emerson è molto bella nel suo complesso, anche se non ho potuto fare a meno di notare come alcuni pezzi siano un po' fuori posto o anticlimatici in alcune scene.
P: potentissimo, meravigliosamente potentissimo: synth a palla, trasuda anni ‘80, violenta quando serve, enfatizza le scene più crude e accompagna lo spettatore nella magia nera delle tre madri tenendolo per mano e ogni tanto strattonandolo con un “colpo” di pianoforte o di violini sinstetici



4. le morti sono un contrappasso?
e: se piacciono gli effetti speciali del tempo, magari sì. Io alcune le ho trovate quasi ridicole e divertenti, cosa che ho apprezzato, visto che secondo me non c’era molta trama da seguire.
F: Le morti sono bellissime, ma bisogna contestualizzare per il periodo in cui sono state girate. Argento in tutti i suoi film si circonda di collaboratori esperti ma qui addirittura troviamo nientemeno che l'immenso Mario Bava agli effetti speciali (sì, Bava era anche un effettista capace). Inutile dire che alcune scene omaggiano splendidamente il cinema baviano, di cui Argento è sicuramente debitore. Volendo fare un paragone con il precedente Suspiria, direi che qui si è calcato la mano sulle morte rendendo il film molto più violento e splatter.
P: le morti son forse la parte più importante del film (in effetti la trama è un filo confusionaria, con tutti i passaggi tra roma e newyork, e con un non molto lineare svolgersi degli eventi), tutte esagerate, tutte assurde, ma nessuna fuoriluogo, nessuna sconnessa dal resto del film e della narrazione



5. hai visto suspiria e la terza madre?
e: Ho visto il primo ma non il secondo. Mi è piaciuto più di questo, ma comunque non sono un’amante del genere.
F: Della trilogia delle madri ho visto Suspiria e Inferno. Personalmente considero il primo superiore al secondo, anche se questo prosegue in maniera egregia il discorso sulla morte e il male iniziato con il film del 1977. Suspiria è una stupenda fiaba horror condita con streghe, boschi, omicidi, enigmi, atmosfere folk. Ambientato a Friburgo, vicino la Foresta Nera tedesca, il film costruisce un'ambientazione quasi fantasy, colori che rendono terrificanti scene oniriche molto vivide, musica che lascia il segno commentando perfettamente la narrazione e donando un'aura misteriosa e sognante a tutta l'opera. Inferno ha in sé parte di queste atmosfere, ma sono state adattate per ambientazioni cittadine (il film è ambientato tra Roma e New York). Le luci e i colori rimangono innaturali, ma dipingono splendidi affreschi urbani simili ai quadri di Hopper. Gli interni, come in Suspiria, sono molto gotici, bellissime le scenografie e gli arredamenti.
P: suspiria sì, e credo sia stato il primo visto di argento che mi ha fatto innamorare abbastevolmente (poi sono arrivati profondo rosso e le mosche): lo stile è lo stesso, anche se lì forse l’ambientazione teutonica rende meglio l’idea della “casa infestata”;



6. Argento maestro dell'horror italiano o autore sopravvalutato?
e: sarò di parte perché non mi piace molto il genere, ma direi sopravvalutato. Gli riconosco un sacco di capacità tecniche, ma purtroppo non riesco a scorgere il “maestro”.
F: Maestro sicuramente. Abile compositore di immagini, creatore di suggestive visioni, negli anni è stato in grado di costruire la sua poetica nell'ambito dei generi thriller e horror. Argento, come molti altri, deve tantissimo ai maestri dell'horror italiano Mario Bava e Lucio Fulci, ma pur essendone influenzato riesce a distaccarsene e creare una propria dimensione autoriale. Certamente bisogna considerare il fatto che alcuni suoi film siano stati minori o addirittura mediocri, ma anche con questi "fallimenti" continuo a considerarlo un maestro.
P: decisamente maestro dell’horror, e del cinema in toto (chi ancora si ostina a distinguere il “cinema d’autore” da quello “commerciale” o, peggio, “cinema serio” e “cinema di intrattenimento” ha un girone apposito all’inferno); detto questo in italia, come dice F, abbiamo avuto un sacco di maestri dell’horror, che purtroppo non hanno lasciato eredi e il Darione animalaro nazionale ne è un esempio: in tutti i film c’è arte, sperimentazione, una ricerca sempre all’avanguardia per usare qualche strumento o qualche tecnica in maniera diversa dal solito, ce ne fossero di argenti in giro per l’italia oggi... 




 qui una bella presentazione e qui invece il film per intero

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