Joker (2019) di Todd Phillips

visto con un pelino di ritardo (poco più di due mesi), però visto in sala, coi due Marchi che non han voluto partecipare alla recenZionedimassa e che per questo hanno un girone all'inferno tutto per loro, in abbondante compagnia...
recensione di JOKER di onironautaidiosincratico.blogspot.it

come sempre, prima della recensione, una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)
eRica: 27, donna, studentessa, patate, catania
Pietro: 30, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, catania
Fabrizio: 30, uomo, ingegnere, pasta, torino


1.riassumi la trama in 140 caratteri
e: Un uomo disturbato e abbandonato dalla società esplode portando morte e scompiglio per la città
P: Arthur poverino viene trattato male dalla società e decide di diventare un serial killer anarchico
F: Un povero cristo viene ferito ed emarginato dalla società discendendo verso la follia. Non serve una trama complicata per un grande film.

2.cast appropriato?
e: Il “cast” credo si possa ridurre a Joaquin Phoenix, nonostante la presenza di Robert De Niro e Frances Conroy che comunque fanno il loro dovere, ma rimangono totalmente sullo sfondo, sovrastati dalla bravura e dall’interpretazione magistrale del protagonista. Sicuramente per volontà del regista, il film è totalmente incentrato su Joaquin e su tutti i dettagli “morbosi” che ne caratterizzano il personaggio (la magrezza, gli scatti, la risata scomposta, i tremori, le lacrime, lo sguardo) e credo quindi che la scelta dell’attore sia stata una scelta fondamentale.
P: Gioacchino Fenice spacca i gran culi, dovrebbero dargli almeno una decina di Oscar (togliendolo tipo a Malek per l’imitazione di Mercury, a Jamie Foxx per lo stesso motivo o a Tom Hanks per Forrest Gump); tutti gli altri sono praticamente impalpabili, e messi lì giusto per permettere a Arthur/Joker di raccontare la sua storia; menzione speciale il personaggio di De Niro che ribalta il suo stesso Rupert Pupkin del 1983 ma ribaltandolo; e pure per Frances Conroy che qui, come in HIMYM e anche in Six feet under, fa la mamma, tendenzialmente pazza o comunque poco nella norma, di grandi personaggi.
F: Date subito un Oscar (vedi discorso sui premi sopra) a Joaquin Phoenix. Attore molto sottovalutato secondo il mio giudizio. La forza che dà al personaggio è unica, la caratterizzazione non solo psicologica ma anche fisica (vedi invece domanda sul ballo) creano un personaggio indimenticabile. Sicuramente supportato da un'ottima sceneggiatura, il merito grande va all'attore che è riuscito a diventare esso stesso il Joker. Che dire di De Niro? Boh, non c'è molto da dire. Al solito è bravissimo e naturalissimo. Potrebbe interpretare qualsiasi ruolo e risultare eccellente (non proprio vero, ma quasi). Ottimi tutti i comprimari e le figure di contorno. Bravissima l'attrice che interpreta la madre. Sebbene non ricordi il nome, ricordo perfettamente sua bravura in Six Feet Under e American Horror Story. Ottimi pure i suoi colleghi/aguzzini (si distingue e rimane impresso il diversamente alto collega, protagonista di una scena molto importante). Menzione particolare per l'attrice che interpreta la felicità, attrice di colore a me sconosciuta ma totalmente convincente in quella parte.

3.che ruolo ha il ballo nel film?
e: Ho avuto la sensazione di vedere un utilizzo insolito del ballo all’interno di un film: di solito sono abituata a vedere gente che balla solo se ballerini, o se il film parla di ballo, o se la scena prevede il ballare come cosa normale (che ne so, se si è in discoteca, a una festa…); qui invece il personaggio si esprime attraverso i movimenti del corpo con totale spontaneità, è parte integrante della narrazione, della comunicazione tra personaggio e spettatore. Arthur non balla tanto per ballare, lui utilizza il ballo come noi utilizziamo le espressioni del viso o le parole. L’ho trovato molto suggestivo!
P: il ballo è un modo che ha Gioacchino di esprimersi, senza essere un ballerino professionista, ma come mera manifestazione della “““gioia””” del personaggio; in alcuni casi, per me, l’effetto è lo stesso dei film Disney “perché cazzo inizi a ballare senza motivo!?!??!” ma alla fine il personaggio è carente di qualche rotella, quindi ci sta, in più le scene di ballo sono forse le più profonde e interiori, dove il pubblico è in grado di vedere Arthur nella sua più sincera e massima espressione.
F: Il ballo, come lo è sempre stato, è espressione. Lo è in questo film più di altri. E' anche un elemento di narrazione. Il ballo è la voglia di libertà di Arthur, libero di essere quello che è intimamente in una società che non lo accetta. L'attore e le coreografie da lui interpretate rappresentano, per me, i momenti più belli e più intimi del film. Quelle scene potrebbero essere mute e apparire comunque fantastiche. Il ballo, simbolo di libertà espressiva, si contrappone alla goffaggine di Arthur nella sua vita quotidiana e nevrotica. Arthur incarna perfettamente il detto: balla come se nessuno stesse guardando.

4.il film è più un cinecomics o un film sulla pazzia? o nessuno dei due…?
e: Questo film è tante cose: è un cinecomics perché la storia è quella di un personaggio dei fumetti, è un film sulla pazzia perché il protagonista è pazzo, ma è anche un film sull’emarginazione sociale, sulla violenza, sui problemi che possono presentarsi in qualsiasi società. Mancano chiaramente alcuni tratti caratteristici dei soliti cinecomics: il film è estremamente verosimile, realistico; non ci sono combattimenti improbabili al limite dei super poteri; niente plot-twist particolari e neanche la classica divisione netta tra buoni e cattivi. La malattia mentale vorrebbe sicuramente essere il tema centrale del film, infatti ne vengono mostrati i sintomi, gli effetti dal punto di vista del malato, il rapporto con le strutture mediche, si parla di medicine, di terapie… ma l’impressione che ho avuto è che invece di un’analisi profonda della malattia ne venga mostrato solo un ritratto morboso e superficiale. Il tema meglio riuscito invece è quello dell’emarginazione sociale, in questo caso a causa della malattia mentale, ma sarebbe stato applicabile ad una disabilità, al genere, al colore della pelle e così via… La critica che viene fatta alla società che abbandona i più deboli è spietata e minacciosa, quasi a dire: “vi meritate la morte, la guerra, i serial killer…”.
P: è una origin story di un personaggio tratto da un fumetto (quindi a tutti gli effetti un cinecomics) e questo personaggio è un pazzo (non so la dicitura esatta della patologia che affligge Arthur, ma comunque una qualche malattia mentale c’è, e Gioacchino riesce a tradurre in gesti, tic e quant’altro la pazzia, almeno per quelli che non sono psicopatologi o psichiatri comportamentali) quindi è un film (anche) sulla pazzia; tutto ciò però non permette di classificare e incasellare il film, praticamente, in nessuna delle due categorie, facendo comunque parte di entrambe; di certo è un tipo di cinecomics che cerca, tramite anche le citazione alte ed altre, di allontanarsi dal concetto (molto marveliano) di “cinema per ragazzi”.
F: Le etichette non mi piacciono. Identificare un'opera in un genere o in un filone narrativo serve sicuramente a inquadrarlo storicamente o a evidenziarne determinate qualità. Oltre questa categorizzazione l'opera vive di vita propria, è un universo a sé stante. Fatta questa premessa, posso dire che, pur essendo tecnicamente un cinecomic (si tratta di un personaggio dei fumetti DC), è il cinecomic meno cinecomic di sempre. Oppure un cinecomic d'autore se preferite. Se non sapeste che è tratto da un fumetto e se non dessero nessuna indicazione (la città è Gotham ma è palesemente una versione di New York), il film è come tanti altri. Come tanti altri, mi sembra esagerato, visto che non sono tanti i film con questa potenza emotiva e critica. In effetti il primo paragone che mi viene in mente è l'intramontabile capolavoro (perché ha superato la prova del tempo) di Taxi Driver. A differenza di questo, Joker è un film che va oltre, più in profondità nelle anfratti della psiche umana, cosa che effettivamente esisteva nell'opera di Scorsese ma rimaneva in superficie (esisteva ed era prepotente la critica sociale). Joker è quindi l'estremizzazione dell'antieroe apatico e nevrotico, un figlio di Zeno Cosini e Travis Bickle (se tale scempio potesse mai avvenire). Un film di libertà, di pazzia, di espressione, di critica sociale e politica. La denuncia della medicina, qui in particolare della psichiatria, è lampante. I dottori, gli assistenti sociali, le società farmaceutiche non sono interessati alla cura del problema ma solo a renderne accettabili le sue manifestazioni, i suoi sintomi. Il malato è solo un peso per tutti, meglio renderlo docile. Siamo impegnati nel nostro lavoro, stiamo facendo soldi, sto vivendo nel mio personale benessere, perché ci sono persone che sono infelici, rischiano di contaminare la mia vita. Joker critica proprio questo pensiero dominante, la società capitalista e del benessere. Il film mi ha lasciato questo grandissimo senso di colpa e al tempo stesso di estrema empatia verso Arthur. Il film trasmette meravigliosamente il profondo dolore di una persona che non ha più vie d'uscita, sono state sbarrate per lui dal resto del mondo, compresa la sua famiglia.

5.il film ha vinto a venezia e, si dice, stravincerà agli oscar, meritato o no?
e: il fatto che il film sia riuscito a miscelare bene le tendenze tematiche del momento con una presentazione particolare (ma non troppo), lo rende un film estremamente apprezzabile per quasi tutti, ergo tanti premi… il merito, boh, non sono sicura dei meriti che debba avere un film per vincere dei premi, immagino che il suo più grande merito forse è proprio quello di essere un film perfettamente equilibrato.
P: i premi valgono quel che valgono, ovvero 0, però almeno ogni tanto vince roba che, magari non son capolavori, ma almeno son bei film…
F: Parto dall'idea che non serve un premio per certificare la bellezza di un film. La sua forza sta nell'opera stessa e qui, a mio parere, è abbastanza evidente. L'interpretazione degli attori, la regia, la fotografia, il montaggio, la colonna sonora, la sceneggiatura, sono tutti elementi estremamente positivi in Joker e lo rendono uno dei migliori film dell'anno. È soprattutto nel suo messaggio la potenza del film. Un misto di critica politica e sociale, divulgazione di psichiatria e sensibilizzazione sulle malattie mentali. Riassumendo, il film è molto visivamente e artisticamente molto bello, in più manda messaggi molto potenti. Quindi sì, secondo me, premi meritati. Capolavoro? Non possiamo dirlo ora, deve superare la prova del tempo, ma potrebbe diventare tranquillamente un cult.

6.che rapporto ha Arthur con la madre, e con Bruce (alla luce di quel che già sappiamo su di loro)?
e: il rapporto con la madre non è approfondito nel film, ci viene solo mostrato, in maniera anche abbastanza semplicistica, come gran parte dei problemi di Arthur siano causati dall’instabilità mentale della madre che lo lega emotivamente a sè fino alla perdita di fiducia da parte del figlio quando scopre di aver vissuto nella menzogna. Per quanto riguarda il rapporto con Bruce, Arthur vede in lui il bambino che lui non è mai potuto essere.
P: classico da madre pazza con figlio che l’accudisce nonostante tutto, un topos visto e rivisto, soprattutto nel cinema americano, che niente di nuovo racconta e che influisce sulla storia in maniera mooooolto marginale; per quanto riguarda Bruce mi sarei aspettato un pò più di interazione, vista l'origine del protagonista, però alla fine questo è un film che potrebbe vedere anche chi non ha mai letto un fumetto di Batman (come credo sia stato il 90% del pubblico che l'ha visto), anche se, almeno i film, per cogliere le citazioni e i rimandi, credo siano necessari.

7.hai visto "Re per una notte"?
e: Purtroppo la mia cultura cinematografica è vergognosa, mi sa che dovrò recuperare! Per quello che so, comunque, questi giochetti con attori che fanno parti che richiamano altri personaggi, in film che sono simili ad altri film, mi fa sempre molto divertire.
P: Todd deve fare una statua a Scorzese (tra l'altro produttore esecutivo insieme a Bradley Cooper) e De Niro e dal loro metà del ricavato: questo film è praticamente un remake ambientato del film del 1983, ambientato 10anni prima, scambiando solo il ruolo dello stesso De Niro e esasperando un pò, prendendo a piene mani anche da Taxi Driver (soprattutto per quanto riguarda la critica sociale e la società che spinge l’essere umano a fare qualcosa).
F: Ammetto la mia ignoranza in pubblico e in forma scritta (scripta manent) e dico che non ho mai visto Re per una notte. Conosco la storia raccontata, quindi mi baserò solo su quella. In apparenza possono sembrare simili, partono dallo stesso input narrativo: comico fallito vuole avere successo e gloria perseguitando morbosamente il proprio idolo. Da qui i due film si diramano in modi diversi, concludendosi però in modo positivo (anche se con accezioni nettamente differenti):
-Re per una notte ha un "lieto" fine con la pubblicazione delle memorie e il loro relativo successo editoriale, anche il finale di Joker è liberatorio, catartico sia per il protagonista sia per lo spettatore;
-De Niro in Re per una notte è il comico fallito, mentre qui è un presentatore di successo. Si può quindi dire che il personaggio di De Niro in Joker è un Re per una notte ce l'ha fatta. 
Qui finisce il mio paragone tra i due film, tutto quello che potrei aggiungere sarebbero solo fregnacce.




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