The old guard (2020) di Gina Prince-Bythewood

come già detto ormai netflix riesce benissimo a prendere delle ottime idee e farle diventare una fumante e puzzolente montagna di scarti televisivi
recensione di the old guard di onironautaidiosincratico.blogspot.it


L'origine fumettosa si percepisce lungo tutto il percorso narrativo (che a chiamarlo così si offendono tutti i percorsi e pure tutti i narrativi) e diventa palese nel finale aperto ad un secondo/terzo/quarto capitolo (anche se tutti speriamo finisca come con la bussola dorata di Chris Weitz), come ormai abbiamo imparato ad aspettarci per colpa del MCU e di tutta la merda che ha permesso il successo di queste saghe.

Quello che salva il film da un colossale prolasso è la presenza di attori con diciotto paia di palle, su tutte Charlize con la sua bellezza che supera ogni epoca e ogni situazione, ma anche dei comprimari: a partire dalla bella e melaninaticamente adatta Kiki Layne (nuova adepta del gruppo), Matthias Schoenaerts algido e calcolatore, Marwan Kenzari a rappresentare gli orientali e il buon e bel Luca Marinelli a completare la squadra etnicamente corretta e sufficientemente variegata; il cattivo invece è un pessimo, banale, scontato, prevedibile, stupido, disarmato e disarmante Harry Melling (indimenticato e mai abbastanza odiato cugino grassottello del maghetto dagli occhiali rotti e le cicatrici ceraunopatiche) che più stereotipato non si può; infine il cattivo successivo, estremamente orientale, sembra anch'essa estremamente stereotipata, però c'è una storia d'amore gay con annessa dichiarazione d'amore in punto di presunta morte, di fronte ai propri aguzzini supermachi, e poi pure una lesbica rotta dai cattivi preti che perseguitavano le streghe, quindi siamo apposto.

La regia è di tale Gina Prince-Bythewood, che già il fatto che abbia un doppio cognome indica quanto sia figlia di papà (nonostante questa cosa sia poco verificabile, rimane un sintomo di riconscimento per chi non sa fare il proprio lavoro), ha diretto una puntata di "Tutti odiano Chris" e ha avuto il primo lungometraggio prodotto da Spike Lee (se non fosse stato abbastanza chiaro è una regista donna politicamente schierata); a parte le origini e le amicizie il film è sciatto, banale, l'azione non è girata male ma è fine a sé stessa, alcuni tagli per non mostrare la violenza son stupidi quanto poco funzionali (niente di lontanamente paragonabile al taglio auricolare non visto di tarantina memoria); la fotografia è spaventosamente piatta e televisiva, niente profondità di campo, tutto perfettamente illuminato e messo a fuoco: se è vero che netflix sta evitando a tanti registi di sparire nell'oblio o di rimanere sconosciuti, è anche vero che sta prendendo il Cinema e ci si sta pulendo il culo, in cambio di qualche dollaro.

La caratterizzazione dei personaggi è nulla: son tutti bravi in tutto, non c'è una caratteristica specifica di ognuno che abbia un qualche ruolo nello svolgersi degli eventi, nessuno lascia nello spettatore il minimo ricordo, di alcun tipo: stereotipi su stereotipi, dai buoni ai cattivi; di certo se l'idea era, come sembra, quella di una trilogia o, peggio ancora, di una saga, ovviamente il bisogno di dilavare e diluire il tutto è certamente voluto, ma poco cambia il risultato, come nel caso di Ozygene è tutto già visto, prevedibile e scontato, solo un neofita del cinema in toto potrebbe trovare particolarmente sconvolgenti alcune cose (compresa la scena postcredit, che tanto con netflix che non propina trailer o altro è anch'essa prevedibile); il vero problema è che il neofita non viene comunque invitato a vedere altri film, a scoprire le "citazioni" o i riferimenti, quindi è tutto inutile.

Magari il fumetto è meglio, ma questo film è no, assolutamente no, totalmente no, e indiscriminatamente NO!




il trailer riesce a spoilerare più di questa recensione, mi spiace... ci sono poi questi "commenti degli attori" che sono un livello basso di pubblicità, scadente e banale, ma che comunque fa piacere vedere

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