In nome del Papa re (1977) di Luigi Magni

procede la versione manfrediana del #martedìfilmdilunedì, alternato dalla visione della regina degli scacchi, e pure tutti gli alien in mezzo, intanto il lunedì abbiamo iniziato la trilogia di Magni sulla roma papalina, vediamo come procede: il secondo è più forte del primo, ma anche meno divertente

recensione di in nome del papa re di onironautaidiosincratico.blogspot.it

come sempre, prima della recensione una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)


eRica: 28, donna, studentessa, patate, catania

Pietro: 31, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, catania




Il film è liberamente tratto dal romanzo "I misteri del processo Monti e Tognetti" di Gaetano Sanvittore, che già solo il nome dell'autore promette bene, decisamente bene, e il risultato è ottimo.

Buon vecchio film italiano che riesce a unire la pesantezza della critica al potere, dei rapporti familiari e del credo religioso alla leggerezza di qualche personaggio stereotipato, battute sagaci e il mitico e inimitabile Nino Manfredi. 

Dal film è tratta una serie del 2013 di raifiction...che forse non vedrò mai, o forse ignorerò, nonostante la presenza dell’ancora tiepido gigi proietti, ma ultimamente le produzioni italiche, tranne alcune gemme nascoste, produce solo merda, tra l’altro scopiazzando l’estero o il passato, quindi è bene evitarla (non che disney faccia tanto meglio) a pochi mesi dalla morte del regista.

Mi ha colpito particolarmente come è trattato il tema fede-potere della chiesa, molto più moderno allora che non tutte le discussioni progressiste di oggi. 

I personaggi son talmente forti (lo sono i tre protagonisti, gli altri son solo contorno, nonostante meravigliosi) da superare e annullare la storia e le incongruenze; niente di grave, soprattutto niente che intacchi l’idea del regista e dell’opera: la nobiltà fa schifo, la vera saggezza e bontà sta nel popolo, dove sta anche la coerenza; le riflessioni quelle vere partono, come anche nell’altro film di magni, dal popolino, dalla gente umile e semplice, che però ha davvero capito come va il mondo.

E non credo ci sia molto altro da dire… 

La scena della comunione, ripetuta, dimostra che un gesto, a volte, vale più di mille parole..e anche che un piccolo gesto può scatenare grandi reazioni; oltre alla comunione la messa in suffragio dimostra come la chiesa avrebbe potuto, in tante occasioni, fare qualcosa, invece si è relegata ad annuire ed abbaiare a chiunque passasse: le rivoluzioni spesso son più piccole di come sembrano, soprattutto da chi le sta vivendo, ma al contempo son più grandi, spesso in campi totalmente diversi da quelli sperati/voluti.

Consigliatissimo! 

Più pesante del primo della trilogia, più serio forse, ma anche più incisivo, con una storia d’amore che però non è quel che sembra, e una ricerca di tramandare qualcosa a qualcuno che si esaurisce per una futile, inutile e incompresa gelosia.




al solito, finché funziona, il link per il film sul tubo

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