visto una notte insieme al gruppo di Cinema giapponese....grazie a mymovieslive, e all'Armellini nazionale (qui la sua recensione, di certo migliore della mia)
montaggio del ballo da dio,
trasmette tutto quello per cui è stato pensato e girato: PERFETTO e perfettamente inserito (non da fastidio, non distrae, al momento giusto, per la durata giusta)
il carcere è qualcosa di
divino, assolutamente
deumanizzante, nella visione del
regista
camera a mano molta ma non
infastidisce
fottutamente assurdo quanto
fottutamente bello
inquadrature silenziose, con
solo un rumore di sottofondo e
pochissimi movimenti, di una
potenza assoluta
la differenza sta nelle
immagini: tra l'interno minuscolo
e buio e l'esterno col razzo
pronto ad arrivare in un nuovo e
inosplorato, quanto immesno,
spazio
la vera condanna è non sapere
cosa succede fuori
in una sola inquadratura, con
un raggio di luce, racconta molto
più di quello che fa il 90% dei
registi in film interi
la farfalla che torna nei
momenti giusti, e solo in quei
momenti: ogni volta che la
vediamo, sappiamo cosa sta per
arrivare
il sangue è ovunque, è tanto,
però l'assassino vomita come
farebbe chiunque vedendo una
scena di quelle, però poi torna
alla carica
l'amore che nasce tra i due
va oltre ogni immaginazione, e
sfocia in un gesto
estremo
l'intreccio dei fatti è
pazzesco: sappiamo alcune cose,
ma andando avanti scopriamo che
quello che sapevamo in realtà non
era tutto, ma c'è dell'altro, e
dell'altro, e
dell'altro...
il titolo dei "capitoli" aiuta la comprensione, ma al tempo stesso spiazza lo spettatore
scopriamo che il bambino ruba i panini con la marmellata, ma non per un fine nobile (come sarebbe successo in qualsiasi film americano) lo fa perché li vuole e basta è stronzo seppur bambino
l'inquadratura "sdraiata" della scala è da Oscar, almeno un paio di oscar, per un paio di anni, avrebbero potuto benissimo darli a Miike
dialoghi veri, spontanei, con le pause in mezzo, gli sguardi, i silenzi
l'inserto a fumetto distrugge tutto, non spiega niente, ma è di una figaggine infinita
ogni tanto l'audio sbarellava, come se si passasse da un suono in presa diretta ad uno registrato in studio (probabilmente un problema della mia connessione)
un'orologio scandisce lo scorrere del tempo, ma non lo si intuisce subito, non alla prima visione almeno
Ozpetek avrebbe solo da imparare come si racconta una storia d'amore "non convenzionale"
il montaggio sulla confessione finale è follemente perfetto
la violenza del film non è fine a sè stessa
alla fine l'assassino è l'arcobaleno
non capiamo dove si trovi la regione, sia nello spazio che nel tempo
il titolo originale, ignorantemente tradotto in "L'amore dei 4,6 miliardi anni" viene cambiato in "Big bang love, juvenile A" molto più carcerario come titolo e meno romantico
alla fine tutto si chiude, tutti i pezzi del puzzle si mettono al loro posto, e l'ultima inquadratura prima dei titoli è emblematica e ci lascia con un dubbio: è marmellata o sangue?
La farfalla era per i momenti salienti, quelli in cui Ariyoshi viveva delle situazioni che avrebbero cambiato la sua vita. Per quanto riguarda il tempo, credo io, che tutto il film si svolgesse in un tempo e in uno spazio senza coordinate, poteva essere nel presente come nel passato più remoto o nel futuro più distopico: è una storia d'amore senza tempo e senza spazio, qualcosa che va oltre, ma sarà il mio immenso romanticesimo che mi fa pensare cose del genere, forse.
Cazzo le cose che hai individuato e tutte live, complimenti!
RispondiEliminaNon ho fatto caso per bene alla farfalla, quando veniva cosa succedeva?
E quel finale mica l'ho capito, con quel riferimento agli anni, me lo spieghi?
Forse è perchè ho tanto sonno, domattina avrò l'illuminazione.
Stanotte vedrò un triplo letto
La farfalla era per i momenti salienti, quelli in cui Ariyoshi viveva delle situazioni che avrebbero cambiato la sua vita.
EliminaPer quanto riguarda il tempo, credo io, che tutto il film si svolgesse in un tempo e in uno spazio senza coordinate, poteva essere nel presente come nel passato più remoto o nel futuro più distopico: è una storia d'amore senza tempo e senza spazio, qualcosa che va oltre, ma sarà il mio immenso romanticesimo che mi fa pensare cose del genere, forse.
Film decisamente molto bello... ma comunque, 'troppo'...
RispondiEliminaMiike è sempre troppo. Troppo troppo. Ma merita.
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