The good place (2016 - 2020) di Michael Schur

bella serie, divorata pranzanzo e cenando, attendendo con ansia l'uscita della quarta stagione in italia...finalmente è arrivata, e abbiamo avuto tempo e modo di vederla...

recensione di THE GOOD PLACE di onironautaidiosincratico.blogspot.it
come sempre, prima della recensione una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)

eRica: 28, donna, studentessa, patate, catania
Pietro: 31, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, catania



Tra tutte le serie che ho visto, questa rientra sicuramente tra le mie preferite.

La presenza di Schur è sinonimo di qualità, visto anche il resto di quel che ha fatto, e dimostra, come se ce ne fosse bisogno, come l'autore sia più importante dell'attore e infatti Mose di theoffice spacca i culi!

Colorata, divertente, leggera e allo stesso tempo profonda, riflessiva, seria…

L'etica, o la filosofia più in generale, è presente, senza però appesantire la narrazione; e i rallentamenti dati dalle varie lezioni, con esempi ed esperimenti, servono a mantenere un ritmo altalenante ma non nauseante, che rallenta e accelera in funzione della narrazione, ma che non spiazza mai lo spettatore e non lo lascia mai interdetto, la ripetitività diventa maniera, ma non banale copia di sé stessa.

Dimostra proprio che si possono affrontare tematiche importanti e “pesanti” con serenità, spingendo alla riflessione con un sorriso sulle labbra.

La presenza di un professore di filosofia che spiega tutto (evitando orribili spiegoni fatti dai personaggi) e al contempo degli architetti della parte buona, o di quella cattiva, rende piacevole la comprensione di come va il mondo dell'aldilà: vivendolo nella prima stagione, rivivendolo nella seconda, cercando di cambiarlo nella terza, e rivoluzionandolo nella quarta, in un'evoluzione di approfondimento da parte degli spettatori, che è simile a quella dei personaggi all'interno della serie.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e differenziati tra di loro, sono stati veramente bravi a tracciarne la crescita senza snaturarli per niente.

Micheal è chiaramente l'arcangelo Michele, che sceglie chi va in paradiso e chi no, nonostante il percorso contorto; Janet è l'aiutante "robot" che non è umana, ma intelligentissima e vero deux ex machina dell'aldilà, nonostante sia essa stessa una macchina; Eleonor la vera protagonista, insieme a Michael, stravolgerà l'aldilà e ne sancirà la rinascita, migliore, forse; Chidi il professorone, sempre combattuto, sempre razionale, sempre acculturato; Tahani la snob piena di sè, che finirà per dedicarsi veramente agli altri, Shawn la versione cattiva di Micheal, utile e alla fine migliore di quanto lui stesso non potesse immaginare; e ultimo, ma non meno importante, anzi, Jason: l'americano medio, che più medio non si può: stupido, banale, superficiale, ma che più di tutti fa ridere nel corso di tutti gli episodi, e che più degli altri ha veramente capito come va, ed è anche il primo di tutti a prendere consapevolezza di sé e rendersi conto che il suo posto è altrove; oltre a loro abbiamo delle citazioni alle altre serie, soprattutto nell'ultima stagione, con annessi anche Lisa Kudrow da Friends, Timothy Olyphant da Justified, e Nick Offerman che spiega il legno a Tahani.

Anche le relazioni che instaurano tra di loro, sono realistiche e influiscono in modo naturale sull’evoluzione della storia.

Come in tutte le sitcom le relazioni amorose son variegate, si intrecciano e permettono di esporre e raccontare i personaggi, i vari reboot della "zona" permettono di vedere come i vari personaggi si comportano in situazioni diverse, finendo poi per dimostrarsi coerenti con sé stessi fino in fondo, fino alla fine (cosa che in una produzione così lunga, soprattutto seriale, non accade che in rarissime eccezioni).

La storia, beh, la storia è quella umana, in fondo, affiorano tutti i dubbi, le emozioni, le speranze e le aspettative che tutti noi, in un modo o nell’altro abbiamo provato nella vita (e, chi lo sa, proveremo nella morte o dopo!).

La storia dell'aldilà è la stessa dell'aldiquà: la morte è solo il pretesto per far partire tutto: ovvero far crescere i personaggi e farli avanzare, anche nell'aldilà, nella totale e assoluta perfezione.

Tra tutti i pregi di questa serie ho apprezzato particolarmente l’attenzione posta nei confronti dei “cambiamenti” che fossero della trama, dello scenario, dei personaggi: la serie propone infatti il cambiamento come auspicabile a prescindere dal risultato, il cambiamento come passaggio necessario per il miglioramento.

Quello che conta, nella serie (come in fondo anche nella vita), non è tanto il valore assoluto, paragonato ad una scala di valori assoluta, ma il miglioramento, ovvero un differenziale rispetto alla condizione iniziale (o attuale); questo è fondamentalmente l'aspetto più importante anche nella finanza o nella crescita economica di un'azienda o di uno stato: solo lo spread è interessante, rispetto a sé nel passato o a qualcun altro.

Il punto è che io nella serie ci ho visto un sacco di messaggi positivi e non banali, che anche grazie all’immedesimazione coi personaggi, spingono lo spettatore a riflettere su se stesso e agire per migliorarsi.



Insomma, guardatela, divertitevi, piangete, riflettete…








niente recensioni, niente musica, ma una ricetta stavolta...









presenti spoiler

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