L'avventura (1960) di Michelangelo Antonioni

su proposta di uno dei più fedeli follouerz di questo formato (che però non si è unito a noi stavolta ) detto questo il film è la prima pellicola di una trilogia, dell'esistenzialità o dell'incomunicabilità, che visti i commenti mi sa che rimarrà l'unica ad essere vista...
recensione di l'avventura di onironautaidiosincratico.blogspot.it
come sempre, prima della recensione una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)


eRica: 27, donna, studentessa, patate, catania
Pietro: 31, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, catania
Giuseppe: 30, lavoratorequasidipendentemaconpartitaiva, bastoncini di pesce e maionese, Milano ripostese (CT)



Magnifica la cura con cui è descritto questo loop, questa ripetizione perpetrata, forse anche inconsapevolmente, da un Don Giovanni che non comprende, se non solo all'epilogo dell'avventura, la sua umana tendenza a ripetere gli errori/orrori comportamentali. Stessa cosa le donne che dapprima cadono ai suoi piedi, per poi rinsavire, e allo stesso tempo, restare intrappolate nella tela di un ragno, inconsapevole egli stesso della sua natura. Anna cerca attenzioni, con fare spesso infantile e capriccioso. La sua è una costante, immatura ed indispettita necessitá di essere cercata e amata come lei vuole. Forse è anche questo che fa smettere Sandro di cercarla. Claudia invece è quell'amica sempre fedele, discreta, che resiste fin quando ne ha le forze ad un amore che ella stessa reputa sbagliato, facendosi una colpa anche solo per averlo pensato. Lei è assai timorosa per via della sua amica ormai chissá dove. Lei non cercava l'amore, ma lo accoglie a braccia aperte, silenziosa, e lei con il disperato bisogno di sentirsi amata, e di quel "ti amo", detto per gioco, quasi per concessione di un contentino, da colui che alla fine, pur arrivandolo a detestare, lo perdona, con la carezza che avrebbe voluto ricevere da lui la sera prima.


Le caratteristiche che più mi sono piaciute di questo film credo siano le stesse che lo rendono un film “vecchio”: la lentezza dei movimenti, del montaggio e della narrazione stessa, l’assenza del colore e la caratterizzazione dei personaggi che non li rende mai eccessivi e sempre molto verosimili. La storia è una storia molto umana, d’amore e relazioni complicate, dinamiche che sembrano non cambiare mai. Infatti, non c’è bisogno che la storia si concluda in qualche modo, perché possiamo benissimo immaginare il resto. Un ultimo commento lo dedico a gli splendidi paesaggi delle isole e della nostra Sicilia, sanno tanto di casa, ed è bello vedere casa propria valorizzata.


Io invece butto gli appunti, che mi piace come cosa e non sto facendo più, con la scusa (che in realtà è solo pigrizia) si recupera
  • monica vitti meravigliosa
  • bianco e nero folgorante e chiarissimo
  • movimenti di macchina spettacolari oggi, figuriamoci nel ‘60
  • scenografie naturali meravigliose già da sole
  • anche il padre molto amabile, una pacchetta su una spalla, data per sbaglio, forse più per accarezzare la camicia della figlia che per essere gentile con la tipa
  • pare uno spot pubblicitario per la sicilia: location a caso e città citate senza un reale motivo
  • Molto contemplativo, lento, didascalico in alcuni punti
  • potentissimo, vero, racconta l'andamento di questa avventura in maniera quasi documentaristica, però mostrando comunque un'umanità rara in questa tipologia di film, che non scade mai nel melassoso o nel romanticismo da quattro soldi
  • primo film della trilogia dell’incomunicabilità comprendente La notte e L’eclisse
  • divano come stile di vita
  • romanticismo si, ma con moderazione e nei momenti sbagliati (per il cinema classico)
  • il finale tra etna e muro rappresenta una difficoltà di far star vicino cose diverse,
  • https://www.raicultura.it/cinema/articoli/2019/07/Michelangelo-Antonioni-b0f6399d-ea74-45c9-a72d-756f9c2a28be.html video di tre critici su antonioni
  • l’equilibrio del film è quello che manca ai protagonisti: tutti esagerati e spinti
  • film sequestrato dalla magistratura per oscenità e offese al pudore (pensate un questurino dell’epoca che apra oggi instagram)
  • problemi produttivi per girare a lisca bianca (pochi soldi, problemi con gli spostamenti, mancanza di cibo e coperte)
  • il film è dialogato, ma potrebbe essere muto rimuovendo il suono, senza bisogno di niente: sono le immagini a parlare più delle parole stesse
  • tutto è estremamente veloce, ce lo dice pure il giornalista (ormai la notizia, di ieri, è marcia, non importa a nessuno)
  • la ricerca di anna sembra quasi una scusa per allontanarsi da tutti e godersi l’altro
  • la scena del vaso rotto, che chiaramente fa venire in mente lo spot dell’amaro montenegro, ci fa capire quanto siano cinici i nostri protagonisti, che ognuno pensi a sé a prescindere da tutto e tutti
  • le isole e campagne sono assurde e bellissime, ma nelle città sembra quasi di rivedere dechirico
  • 1960 fischiato dal pubblico a cannes, dove vince la palma




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