Enemy (2013) di Denis Villeneuve

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recensione di ENEMY di onironautaidiosincratico.blogspot.it


come sempre, prima della recensione una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)


eRica: 27, donna, studentessa, patate, catania
Fabrizio: 30, uomo, ingegnere, pasta, torino
Pietro: 31, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, catania


Il Caos è ordine non ancora decifrato


Premetto che io non c’ho capito un cazzo, e non è mica colpa mia, perché l’hanno scelto loro il film, e certo, scarichiamo le responsabilità sugli altri

Le cose sono due: o l’ho presa troppo a ridere io, o si prende troppo sul serio il film. Tutti super sconvolti perché ci sono due persone uguali, boh, ci sta che uno può avere dei sosia nel mondo, no? O magari un fratello gemello perduto, che ne so… In “Matrimonio a 4 mani” le bambine e gli adulti non si sconvolgono mica in maniera così tragicamente drammatica, anzi, è tutto molto divertente. 

Comunque, questo film non è una commedia ed è volutamente misterioso e complicato. Non ci viene spiegato NIENTE. A me sta bene così eh, ognuno lo può interpretare un po’ come gli pare, vederci dentro cose, significati… come nelle opere d’arte. 

Io, per esempio, c’ho visto una ricerca della propria identità, nello scambio tra i due sosia, forse perché pur essendo due personaggi distinti ogni tanto si fa un po’ di confusione e magari possono essere una rappresentazione sdoppiata di un un’unica entità… e poi un dover affrontare le proprie paure rappresentate dalla figura del ragno, ma magari questo lo dico perché a me i ragni fanno paura. Forse mi piacerebbe rivederlo, per prenderlo un po’ più sul serio, anche perché, al di là della trama misteriosa, il film è fatto molto bene e la visione ne risulta molto piacevole. Chissà, magari saprò dirvi di più! attendiamo gaudiosi

Enemy. Non è facile parlarne. Per niente, credetemi.

Parto dalla parte più "facile": regia e fotografia sono stupende, come Villeneuve ci ha insegnato con i suoi film e chi non è d’accordo o ha la mamma puttana o non capisce un cazzo di cinema, al massimo entrambe (e parla uno che è al secondo film di Villeneuve e vuole vedere tutto il resto al più presto, aspettando Dune come un bimbo aspetta il Natale.


La fotografia tende al giallo desaturato, rende tutto angosciante, asfissiante. Come mi ha fatto notare uno dei compagni di visione questo Enemy sembra il passo precedente a Blade Runner 2049, in effetti si riconosce chiaramente lo stile del regista con una certa continuità tra i due film.

Il direttore della fotografia è Nicolas Bolduc (ammetto di non conoscere) nessuno lo conosce, è un canadese che ha girato film (pochi) in canada ed ha vinto qualche premio come miglior direttore di fotografia del canada, che fa il suo ottimo lavoro con la luce e i colori, pur non essendo un mostro sacro come Roger Deakins, stretto collaboratore di Villeneuve.


Il montaggio è perfetto, non dà troppo ritmo a una storia che non dovrebbe averne. Secondo il mio parere, in alcune scene la musica improvvisa e il repentino rialzo del volume sono esagerate, la scena non li giustifica affatto e quindi appare un po' forzata
, vero ma credo sia comunque voluto il tutto, per far capire dove e come il film era stato montato e si era scelto di tagliare/staccare/montare

Jake Gyllenhaall (ho dovuto cercare come si scrive perché altrimenti ciaone) ha dato un'ottima prova, sempre incastrato in questi ruoli da psicopatico, dissociato dalla realtà, nevrotico. 

Penso, per esempio, ad Animali notturni oppure il suo ruolo ne Lo sciacallo; diciamo che la sua discesa nella parte oscura è ormai completata, senza possibilità di ritorno (nonostante io personalmente speri in un finale di carriera alla Bill Murray: con tanta ironia e autoironia.


Veniamo ora alla parte "complicata". Se la trama sembra semplice, è la sua interpretazione che coglie il fulcro del film. Come spesso accade per opere aperte al pubblico come questa, non esiste una sola interpretazione o un solo senso possibile della trama
, e meno male che ci sono artisti così, che danno qualcosa di cui parlare al pubblico che non sia solo il twist finale o una fintofantascienza piena di roba inventata.


Personalmente mi piace la lettura psicanalitica: nulla è ciò che sembra perché tutto è simbolicamente codificato secondo Io, Es, e SuperIo. Il professore rappresenta l'Io, l'attore l'Es, il ragno invece il SuperIo. Sotto questa chiave di lettura, non esistono due personaggi, il professore e l'attore, ma sono un'unica persona e il film quindi può essere visto come il punto di vista del subconscio di questa persona.


Il professore rappresenta la vita dimessa e ripetitiva di un uomo che vorrebbe essere e avere di più. L'attore incarna questo desiderio, essere sicuro di sé, essere libero, avere successo. La figura del ragno è più enigmatica: se il ragno rappresenta il SuperIo, allora il suo significato è quello del controllo, controllo della moglie, controllo della madre, controllo della società
,e in questo ci viene in aiuto la lezione, ripetuta, che ci illumina sulle metodologie di una dittatura, su come possa controllare la società e vincolarla (lezione un pò buonista ma anche molto realista)

In definitiva sembra di essere davanti al frutto dell'unione tra Kafka, Lynch e Hitchcock, che però stavano partecipando al remake più stupefacente della storia: “PAURA E DELIRIO A TORONTO”.


Kafkiana è forse anche la donna-tarantola, che è più un simbolo di legami (a volte troppo stretti, ma che con pazienza e dedizione proteggono dal mondo esterno): tutto inizia con una tarantola schiacciata da un tacco di donna (elemento che tornerà utile nel prosieguo del film); e finisce pure con un'altra tarantola, sempre più grande, che esplicita anche un amore verso l'opera Maman di Louise Bourgeois, che si trova a Toronto, e anche nel film la mamma, interpretata meravigliosamente da Isabella Rossellini, è parte molto importante della narrazione, insieme a chiavi e mirtilli.


La citazione di marx “La storia si ripete due volte, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”, ma noi non la vediamo, c’è solo la tragedia, sembra quasi uno "split" con meno "amici".





P.S. presenti spoiler, tipo che la foto strappata è la stessa con la moglie; che nell'incidente muore Mary e non lui; che la cicatrice è figlia dell'incidente; che la mamma ha capito tutto e glielo dice di "smettere di fare l'attore" e si dichiara preoccupata all'inizio del film; che l'amante si accorge dell'anello ad un certo punto e si incazza (nonostante come e quando noti la cosa è un pò forzato); che il doppio sia lui.




Commenti

  1. Film magnifico, così come il libro "L'uomo duplicato" di Saramago da cui è tratto - di cui però condivide solo lo spunto di base.

    Per me la "soluzione" è più semplice di quello che sembra. Il ragno rappresenta la tela delle convinzioni, tra quello che il protagonista avrebbe voluto essere e quello che è. Quindi il finale lascia presupporre che...

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    1. lo sto prendendo (il libro) per kobo, perché tanti parlate molto bene, quasi meglio, del libro che del film... quindi tu sei per il finale "alla inception"?

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    2. Non li metto a paragone, sono due cose diverse.
      Questo lo preferisco a Inception.

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    3. Inception merita, ma secondo me è molto sopravvalutato, soprattutto da tutti i funz di batman (finché non ha fatto batman non se l'era inculato nessuno lui, ma dettagli)

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  2. Saramago è immenso e Villeneuve è un grande

    https://markx7.blogspot.com/2016/01/enemy-denis-villeneuve.html

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    1. nonostante alcuni buchi e domande irrisolte il film mi è piaciuto un sacco, ho ordinato il libro per poterlo leggere, apprezzare e confrontare...

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