La strada (1954) di Federico Fellini

ai tempi del coronavirus è bene stare ognuno a casetta sua e non diffondere germi e virus variegati, ma qui eravamo già potentemente attrezzati e il #martedìcinema registra un nuovo record: 7 partecipanti da 6 case diverse, tra l’altro è anche la volta in cui eravamo tutti più vicini nonostante fossimo in così tanti...
recensione di la strada di onironautaidiosincratico.blogspot.it

come sempre, prima della recensione una breve presentazione di ogni partecipante (nome, età, occupazione, piatto preferito, città)

Antonio: 36,uomo, viticoltore, bistecca, Giarre

eRica: 27, donna, studentessa, patate, Catania

Danilo: 34, uomo, autista, pizza, Catania

Fabrizio: 30, uomo, ingegnere, pasta, Torino

Marco: 23, uomo, ingegnere edile, pizza, Ragusa

Pietro: 31, uomo, studentepartimeincercadilavorofulltime, pizza con kebab, Catania



1. riassumi la trama in 140 caratteri

A: un artista girovago compra una ragazza con un evidente ritardo per utilizzarla come assistente. Il film si evolve tra il carattere duro ed egoista di lui e quello ingenuo e affettuoso di lei fino al triste epilogo.

e: una ragazza con problemi viene venduta dalla madre ad un artista girovago, il film ci mostra le loro vicende.

D: Il saltimbanco Zampanó gira l'Italia col suo mezzo, come compagnia compra la moglie Gelsomina, le esperienze durante il viaggio cambieranno tante cose.

F: Gelsomina viene venduta dalla madre a un saltimbanco: la coppia gira l’Italia tra alti e bassi.

M: Gelsomina, “venduta” dalla madre al saltimbanco Zampanò gira l’Italia con lui

P: una mamma vende la figlia con qualche problema ad un artista di strada, che finirà per abbandonarla dopo averla devastata in ogni modo




2. film incentrato sulla demenza/pazzia oppure film universale su tutti quelli che vivono ai margini della società?

A: sicuramente film universale, ma un universo ai margini come marginale e rurale è il contesto in cui si svolge

e: è un film universale che sviluppa i temi dell’emarginazione sociale attraverso personaggi diversi con problematiche diverse. La nostra protagonista ha sì dei problemi mentali di cui non conosciamo i dettagli, ma il film ci spinge a guardare a lei con affetto, sveglia in noi l’istinto di proteggerla e tutti proviamo empatia per lei, più che pena o compassione per una persona malata. Tra l’altro proviamo sentimenti simili anche per gli altri personaggi più forti, come il Matto, nonostante sia un bastardo, e Zampanò stesso, nonostante non ne faccia una giusta per tutto il film. Insomma, il film mostra un po’ somiglianze e differenze della vita degli artisti di strada rispetto alla vita “normale”.

D: Non credo sia incentrato sulla demenza/pazzia che ha un ruolo costante ma non principale. Più che ai margini gente emarginata o che ha scelto un certo modo di vivere.

F: Non è un film sulla demenza né sulla pazzia, ma sulle personalità ai margini, personaggi di strada appunto. Gelsomina e Zampanò incarna tutti coloro che vivono di espedienti, alla giornata, sempre in movimento. Lei carina, adorabile, probabilmente autistica, volubile, allegra e un attimo dopo sconsolata. In lei vive la purezza della bontà, l'ingenua fiducia nell'umanità. Zampanò, al contrario, è un uomo duro, sgradevole, violento, ubriacone, passionario, cinico. La sua durezza gli permette di sopravvivere sulla strada e in mezzo alla strada. Lui non può abbandonare la sua maschera, ne va della sua sopravvivenza, vorrebbe abbassare la guardia con Gelsomina ma sa perfettamente che non può. La coppia è perfetta perché sono complementari, lei fornisce la linfa stessa della vita, le emozioni, i sentimenti, lui invece porta solidità e sicurezza. A ben vedere sono gli ingredienti stessi della famiglia, ovvero della società. Società italiana che si sta riprendendo e ricostruendo dopo la seconda guerra mondiale. E di questo Paese sentiamo tutte le lingue, gli accenti, le personalità, attraverso il viaggio sulla strada di cui Fellini ci elargisce un meraviglioso affresco. Ultima nota è il mondo del circo, tema fondante in Fellini e la sua visione per l'arte tutta.

M: Film che racconta un possibile spaccato di vita di un membro di una famiglia, in questo caso Gelsomina, che pur di poter far avere dei soldi in famiglia, dopo la morte del padre, viene “venduta” per lavorare con un saltimbanco; benché la demenza della giovane ragazza faccia da input per molte scene, non è questo il tema principe del film, piuttosto si vuole raccontare una vita ai margini, di persone che sono costrette a fare sacrifici enormi, non avendo fissa dimora, pur di avere almeno un pasto caldo al giorno

P: i problemi mentali di Gelsomina non ricoprono un ruolo centrale nella narrazione, ma sicuramente sono il motore di molte scelte dei personaggi e della narrazione: dalla “vendita” iniziale, a tutte le scelte di Zampanò durante il film; la marginalità (soprattutto degli artisti del circo di strada, tema carissimo al regista, che lo eviscererà in ogni modo in tutta la sua produzione) diventa invece non solo il centro, ma anche il contesto del racconto: bettole, circhi e locande, oltre alle piazze, diventano sia luoghi che protagonisti del film




3. che ruolo ha la famiglia?

A: la famiglia è nell'economia del film un elemento mutevole e senza una forma definita, non a caso, secondo me, non viene mostrata nessuna famiglia, in senso stretto, per intero. Per gelsomina è difficile trovarne una in cui integrarsi, per zampanò è impossibile crearne un

A: lui uomo abituato a prendersi cura solo di sé stesso, vede solo l'aspetto utilitaristico di chi gli sta vicino. Ma è anche impossibile unirsi ad una già formata come quella dei circensi.

e: in questo film la famiglia è instabile, insicura, cangiante. La famiglia di origine di Gelsomina se ne sbarazza, Zampanò che la prende con sé non la sposa ma anzi la abbandona successivamente. Vediamo anche idee di famiglia diverse, come i conventi per le suore o le compagnie circensi per gli artisti di strada, tutte pronte ad accogliere Gelsomina, ma di cui lei non sente di far parte.

D: le famiglie numerose e spesso povere di quel tempo hanno un ruolo marginale, forse di incubatrice, Gelsomina viene venduta come l'altra sorella.

F: La famiglia crea e distrugge. In questo film non è un porto sicuro. Gelsomina viene venduta dalla madre perché la sua famiglia è in condizioni di povertà assoluta. Zampanò e Gelsomina sono una famiglia a loro modo (lui a un certo punto la presenta come sua "moglie") ma una famiglia che non è destinata a durare perché non esiste l'equilibrio, lui vuole soffocare lei, lei non riesce ad aprire un varco in lui. Zampanò non vuole cambiare perché ha paura e conscio forse di questa asimmetria addirittura abbandona Gelsomina sul ciglio della strada. Avrebbe dovuto sapere che la ragazza non può sopravvivere là fuori senza la sua protezione e infatti se ne rende conto solo sul finale, in quella meravigliosa chiusura sulla spiaggia con lacrime e disperazione.

M: la famiglia pone il via al film, vende la figlia Gelsomina che poi cercherà sempre, nel corso del film, di colmare questa mancanza volendo crearne una, cercando l’approvazione di Zampanò e quasi innamorandosi dell’uomo, odiandolo per i suoi comportamenti e le sue scelte, ma non riuscendo mai a separarsi da lui

P: come sopra: è il motore iniziale (una famiglia incapace di prendersi cura di una ragazza palesemente con problemi) ma al contempo è il vero motivo per cui Gelsomina non riesce ad accettare la sua condizione (non riuscendo a crearsene una sua) e Zampanò vive ai margini della società (non volendo, per un motivo che gli spettatori non conosceranno mai, ma potendolo immaginare, averne una)




4. film vincitore dell'Oscar (il primo ad un film in lingua straniera) e del leone a venezia, credi in questa tipologia di premi?

A: i premi sono sicuramente importanti, anche quando il loro aspetto è puramente commerciale. Un premio non è un valore assoluto ma è un indicatore da non sottovalutare.

e: i premi sono quelli che sono, però sicuramente qualche premio questo film se lo merita!

D: sono premi dati da persone che scelgono in base a parametri creati da altre persone. L'assegnazione del premio creò "casini" al suo tempo.

F: “Usare con cautela”

M: un premio lascia il tempo che trova, non è un oscar che stabilisce se un film è valido o meno, sicuramente un film che ha vinto l’oscar sarà di qualità eccelsa, non per questo è un capolavoro o deve piacere per forza… si parla comunque di premi assegnati da altre persone e quindi per definizione non oggettivi

P: assolutamente no: nonostante all’epoca fossero un pò più ragionati e premiassero roba di qualità (non come ora dove Joker vince e stravince, insieme a qualche episodio scopiazzato di StarWars o BohemianRhapsody) rimangono dei buoni punti di partenza per conoscere qualche nome, soprattutto nelle categorie meno conosciute o tra i candidati non vincitori, ma non erano e non sono sintomo di qualità; venezia invece è altalenante: tendenzialmente, nelle categorie principali, rimane una certezza, come cannes, ma ultimamente ha preso qualche cantonata, soprattutto nelle categorie “nuove”




5. cast adeguato o cambieresti qualcuno?

A: non saprei. Difficile pensare un casting diverso una volta visto un film che funziona bene.

e: tutti veramente bravissimi. Giulietta Masina riesce ad incarnare alla perfezione la purezza e la stranezza di Gelsomina, tanto quando Anthony Quinn è rozzo e abbrutito nei panni di Zampanò. Tutti gli altri attori fanno da splendido contorno, senza macchiette o personaggi inutili.

D: Cast perfetto (come il sonoro) l'espressività magnifica di Giulietta Masina rende egregiamente il personaggio di Gelsomina (a mio parere anche il nome scelto calza a pennello) e crea un contrasto molto forte con i lineamenti e il carattere Rude di Zampanó. Anche se non è un personaggio principale, il matto fornisce alcuni spunti di riflessione interessanti.

F: Tutto il cast è perfetto, a partire soprattutto dalla coppia protagonista Gelsomina e Zampanò, rispettivamente una immensa Giulietta Masina che con la sua grande espressività riesce a tratteggiare un personaggio splendido. Anthony Quinn imponente e brutale, virile e istrionico. L'attore de "il Matto" (che purtroppo non conosco minimamente) è stato molto bravo nel rendere la follia frivola dell'artista di circo.

M: Non cambierei nessuno, dopotutto il cast è principalmente formato dai due protagonisti, e le “comparse”, se così si possono chiamare, fanno il loro gran lavoro, attori tutti azzeccati… dopotutto c’è la mano di Fellini dietro che oscar o no è comunque simbolo di qualità

P: Federico Fellini, Anthony Quinn e Giulietta Masina sono sinonimo di qualità, con l’aggiunta del folle Richard Basehart (anche dopo averlo googlato rimane un emerito sconosciuto) che non abbassa il livello minimamente, per il resto si può dire che non c’è altro cast, se non qualche comparsa di passaggio, che riempie ma non da nulla di più di quello che da la scenografia; la Masina è maledettamente perfetta nella parte di una dolcissima quanto sbadata e ingenua Gelsomina (si potrebbe fare una dissertazione lungherrima anche sulla sola scelta dei nomi dei personaggi e sulla loro sonorità, oltre che su ciò a cui rimandano); Quinn è magistrale, stravolto e trasformato non sembra neanche lui, sembra quasi non essere più un essere umano, ma un grumo di volgarità e istinti che più bassi non si può; il folle Basehart aggiunge le note un pò naïf dell'artista di strada, ma forse dell’artista in genere: scapestrato, sbadato anche lui, fiducioso sempre e comunque nel prossimo, che non sa far altro che scherzare sempre e comunque. La triade (altro argomento caro al regista) rappresenta, secondo una dichiarazione dello stesso Fellini, la triade di elementi: Zampanò la terra, Gelsomina l’acqua e l’aria per il folle, con un unico assente, il fuoco, che potrebbe essere inteso sia come il film che come il regista stesso, all’interno di una cosmogonia dell’umanità intera rappresentata da tutta la sua filmografia.




6. film prodotto da De Laurentis, Dino...secondo te oggi, Aurelio potrebbe produrre un film del genere? potrebbe qualcun altro in italia?

A: è abbastanza complicato. Rimangono valide le tematiche ma ambientazione e tipologia di mestieri andrebbero radicalmente riviste. Inoltre lo stile del film andrebbe adattato ai nostri giorni. Come del resto è giusto che sia.

e: un film del genere oggi non avrebbe minimamente successo, purtroppo: troppo leggero per chi deve ostentare riflessioni pseudo-filosofiche e troppo pesante per chi vuole esplosioni che esplodono. Quindi se uno ha soldi da buttare, certo, può produrre per il proprio piacere...ma dubito che qualcuno lo farebbe.

D: Con i soldi possono produrre ció che gli pare, il vero problema é che probabilmente al giorno d'oggi non crederebbero in un prodotto del genere.

F: Nessuno oggi si azzarderebbe a produrre qualcosa anche solo mirato a far riflettere. Il cinema non ha più la funzione riflessiva e nemmeno artistica di un tempo, ormai solo puro intrattenimento.

M: non saprei, ad oggi il cinema italiano, salvo qualche rarissima perla, è diventato sinonimo di cinepanettoni scadenti e commedie di dubbio gusto e qualità… chissà, forse un giorno quando l’italiano medio si sveglierà un po’...

P: ovvio che no, oggi in italia funzionano le commedie di un banale schifoso, e ogni volta che qualcuno cita la commedia all’italiana monicelli si rivolta nella tomba che se ci fosse una bobina potrebbe dare luce a milano e hinterland per sei mesi; oppure drammoni spaccapalle che ti fanno la morale su argomenti a caso, di cui fondamentalmente non frega un cazzo a nessuno, senza tra l’altro manco conoscere l’argomento, ma utili solo per sfruttarlo nelle interviste a quei programmi ancor più stronzi del film


canzone ispirata a uno dei personaggi


ost meravigliosa, nino rota su tutti, sempre e comunque


non sapevo avessero inventato l'oscar al miglior film straniero proprio per questo film

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