4got10 (2015) di Timothy Woodward Jr

Un memento in salsa western-tex-mex-poliziesca (la tagline del film è “di chi possiamo fidarci”).
recension il buono il brutto e il morto di onironautaidiosincratico.blogspot.it

Un uomo svenuto in un deserto, appoggiato ad una macchina piena di sangue, con accanto una pistola, vicino ad un morto, anzi a dei morti: questa è il prologo di un action-movie con qualche nome famoso, di un regista che fa dell’action il proprio marchio di fabbrica (anche se questo film, sicuramente per la presenza di Trejo e Lundgren è il primo che vede le TV italiane).


Gli attori, forse anche a causa di una sceneggiatura poco caratterizzante e di una grafica didascalica (a volte troppo), rimangono intrappolati dentro degli stereotipi abbastanza chiari fin dall’inizio: sceriffi corrotti, donne traditrici, sbirri incorruttibili, medico legale simpatico che fa/dice cose buffe. Tutto già visto, prevedibile e scontato (dalla DEA potentissima che può accedere a qualsiasi database, al CSI che in mezz’ora fa le analisi di qualsiasi cosa e risale a marca e modello dalla sgommata, nella sabbia, di un furgone, al narcotrafficante delinquente, ma in fondo onesto) cosa che però non toglie nulla alla visione: 84 minuti di scazzottate e indagini, abbastanza ben mescolate, che intrattengono e non annoiano, con qualche dialogo di troppo col classico personaggio che spiega la situazione, raccontando tutta la storia dall’inizio alla fine.
Tralasciando la scelta della traduzione italiana (ripresa anche in Uk, Olanda e Svezia), che ha generato una diatriba ormai vecchia e che ha visto parecchie divertenti revisioni e che in questo caso fa un riferimento a qualcosa che, per fortuna, non c’entra nulla, il titolo originale è più incisivo e chiarifica meglio la visione, seppur anch’esso abbia, nella scelta dei numeri al posto delle lettere, una ricerca di strizzare l’occhio ai giovani che passa abbondantemente inosservata.
Il cast è abbastanza buono: Lundgren, Trejo e la Fox alzano un pò il livello, ma solo a livello di nomi: la loro recitazione è scontata e bloccata, forse per colpa anche di una sceneggiatura abbastanza telefonata, a delle maschere banali e già viste. La fotografia, come il montaggio e la regia, sono elementari, molto prossime alla televisione (nessuna profondità di campo, una sola sghembatura, tra l’altro inutile, dell’inquadratura); i colori son desaturati, con un velo di seppia a coprire tutto, che esaltano la sensazione di trovarsi nell’arido deserto american-messicano.
Le scene di azione non sono girate male, certo si vede la pochezza dei mezzi a disposizione, ma alcune rimangono nella testa senza volerne uscire: i due nemici, il bene e il male, che si scontrano e si sparano fino ad uccidersi sembrano ricordare la parodia del SNL alla scena simile in O.C. [non so quali siano le politiche per quanto riguarda i riferimenti esterni, a me piace farne molti, ma posso rimuoverli]. Per il resto, a parte qualche ralenti di troppo il film scorre tranquillamente, senza infamia e senza lode, dall’inizio alla fine. La colonna sonora è affidata a Sid De La Cruz, “storico” musicante dei film di Timothy Woodward Jr. che qui però riesce a infastidire non poche volte, enfatizzando scene che non lo meritano e trascurandone altre che invece avrebbero meritato almeno un fondo (una su tutte il furgone che fa una curva a destra che vediamo almeno tre volte). Il doppiaggio è forse peggio della colonna sonora: tutti con la voce roca, se ci si distrae un attimo dallo schermo non si riescono a distinguere le varie voci dei vari personaggi.


Il finale lascia lo spazio, almeno in potenza, per un seguito, che forse mai nessuno vedrà.


citazioni
  1. “e tu chi sei?” “non ne ho idea”
  2. “fà quello che voglio, quando voglio e, soprattutto, dove voglio!”
  3. “te lo prometto: questa è l’ultima missione, poi scrivania fino alla pensione”
trivia
  1. 4.1 su imdb, 29% su rotten
  2. il film ha incassato 43.000$ negli emirati arabi uniti (è probabilmente l’unico paese dove è stato portato nelle sale)
  3. il film è stato vietato ai minori di 15 anni in Australia e Uk, 18 in Corea del Sud


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