The Babadook (2014) di Jennifer Kent

di solito non guardo gli horror: non li apprezzo e son facilmente suggestionabile, ma di questo mi parlavano tutti troppo bene (anche il mio amico giarrotorinese col quale ultimamente ci si scanna spesso sul cinema e al quale mando sempre più spesso le recensioni del blog) e, nonostante l'angoscia durante la visione (al buio e con le cuffie) e la notte turbolenta di poco sonno, ne è valsa decisamente la pena
recensione di Babadook di Jennifer Kent onironautaidiosincratico


Remake di "Monster" della stessa regista (in molti son sperticati a enfatizzare come il film si veda abbia una mano femminile, ma niente nel film lo lascia trasparire, rimanendo un gran bel film, prima che un gran bel film horror) di nove anni prima, senza colori e con una colonna sonora molto semplificata, questo film racconta la stessa storia: una mamma vedova con un figlio che vede i mostri, cerca di farlo "rinsavire". La madre non solo è costretta a vivere col dolore per la perdita del marito, ma anche con un figlio che sembra essere totalmente sconnesso dal mondo dove vive, ma che è di una insopportabilità che sfiora i limiti dell'umana sopportazione (soprattutto durante il primo atto); oltre a questo la povera donna, deve sopportare una società che le sta intorno, a cominciare dalla sorella, incapace di sopportare difficoltà nei rapporti familiari e pretende un rapporto tra mamma amorevole e figlio educato (chiaramente solo di facciata), proprio come la sorella ipocrita come neanche la chiesa dopo la denuncia di un prete per pedofilia. L'unica a dare un aiuto concreto a quel che rimane della famiglia è la vicina di casa: anch'essa piena di problemi, ma profonda osservatrice e forse a conoscenza, magari per esperienza diretta, della sofferenza di una vedova o comunque di una donna sola costretta a crescere un figlio problematico.
Musica, e anche tutto il comparto audio, perfetto: angosciante ma non violenta, truce ma senza jumpscare o botti; allo stesso modo regia e fotografia: claustrofobiche (anche negli esterni), scure, cupe, sfruttano le basi e i dogmi dell'horror, senza però sfruttarli in maniera banale o già vista. I timelapse son giusti, al momento giusto: fanno vedere il tempo che scorre in maniera alternativa (seppur ultimamente molto vista), e trasmettono, grazie anche alla colonna sonora, un pò di ansia. Le scene memorabili son numerose: quella della pipì, che riprende, come i blues Brothers, ma in chiave moooolto seria, la scena dei tre baviani e paurosi volti (che si vede un attimo in tv), facendo anche capire con che tipologia di cinefila horrorifico si ha a che fare; allo stesso modo le soggettive con i giochi di fuoco riescono a comunicare perfettamente la sensazione e i pensieri dei vari personaggi.
Il cast è, fondamentalmente e praticamente, formato solo da madre e figlio: rispettivamente da una Essie Davis meravigliosamente trasandata, e da un Noah Wiseman spaventosamente forte e bravo (tutte le problematicità dell'avere un bambino di 6 anni sul set di un horror, e non volergli trasmettere brutte sensazioni di fronte ad una madre che maltratta un figlio hanno generato una serie di problemi logistici, che si son riversati anche sulla sceneggiatura e la scelta di inquadrature e movimenti di macchina: la regista ad esempio ha impedito al piccolo Noah di essere in scena, o anche semplicemente assistere, a scene dove la madre picchia, schiaffeggia, minaccia o urla contro il figlio).
La regista nasce come attrice sul set di Dogville del dogmatico Lars, per poi approdare nei cinema di tutto il mondo con questo masterpiece del cinema, non solo horror: perché se come horror raggiunge livelli che di certo lo piazzano tra i migliori film horror di sempre; come film e basta rimane nei migliori del 2000, almeno fin ora (ma difficilmente ci saranno film che lo supereranno, almeno viste le produzioni in che direzione vanno -> $$$). Che la regista sia donna non importa (seppur è una di quelle notizie che fa sempre piacere scoprire): alcuni notano come sia un horror femminile perché fortemente psicologico, per il finale "buono" e soprattutto per l'assenza totale di morti (e no, il fottuto barboncino non conta), ma non sembrano due caratteristiche fortemente e violentemente femminili.
Due piccole trivia: l'urlo che si sente spesso durante il film, soprattutto nel finale, è quello di Motaro di mortal kombat 3; 30000$ del budget totale di oltre 2500000$ son stati raccolti tramite kickstarter; in ebraico "ba-badook" significa "sta arrivando certamente"; il film ha spaventato Kinge pure Friedkin (due personaggioni che han fatto cagare addosso migliaia, per non dire milioni, di persone)
Alla fine, basta imparare a conviverci, con le proprie paure...


l' "originale" Monster  




metà di quelli che loro considerano "sins" io manco li ho notati, però il video è sempre piacevolissimo da vedere  



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