MDUER #6

è la puntata numero sei, anche se avrebbe dovuto essere la otto...ma voi non lo dite a nessuno..
Le cose cominciano ad andare per il verso giusto, almeno per me. Io ho finalmente abbandonato le stampelle (anche se la gamba fa ancora un po' male, soprattutto col brutto tempo), comincio ad essere un po' più socievole e posso partecipare a qualche "attività" con gli "amici". E quando gli "amici" non ci sono esco pure da sola, cosa che mi ha fatto sentire un senso di libertà e indipendenza che mi mancava forse dai tempi del liceo. Lui, invece, mi preoccupa un po'. Per lui è forse un po' più difficile ritrovare una quotidianità nello stesso ambiente dove nella sua quotidianità c'ero anch'io. Alla fine per me stare qua continuerà ad essere una cosa nuova e temporanea fino al ritorno...mi abituerò solo parzialmente. Comunque il punto è anche che non come aiutarlo, e mi dispiace che lui debba vivere le conseguenze di una mia scelta. Non che io non le stia vivendo: sento la sua mancanza in ogni momento. Mi commuovo per cose veramente ridicole ... Si dice "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" e per me invece è esattamente il contrario... Per quanto riguarda l'università, i corsi e lo studio mi sento già indietro prima di cominciare...ma magari è solo questione di prendere il ritmo. Ritmo e magari anche un po' di metodo, che devono essere completamente diversi da quelli a cui sono abituata. Qui abbiamo poche ore di lezione ma tanto lavoro da fare a casa...e io in questa casa ci sto un po' stretta...
il tempo passa, inizia a farsi strada, lentamente, dolcemente, l'abitudine: inizi a non pensare a lei ogni fottuto secondo, riesci a passare una giornata dietro l'altra in maniera meccanica: sveglia, doccia, studio, pranzo, partitina a Dante's inferno, studio, cena, film, letto; la routine cambia, prendi dimestichezza con altre ripetitive giornate, che diventano le nuove giornate, il nuovo modo di vivere la vita (con qualche videochiamata in più, qualche video insieme in più con qualche sito del menga, ma niente che non fosse già avvenuto in seguito alle precedenti brevi separazioni. E poi succede che un giorno qualsiasi, senza neanche accorgertene, senza neanche volerlo, senza pensarci (almeno consciamente) ti giri e la chiami, chiedendole se per pranzo le vanno i carciofi in qualche modo o se preferisce altro... e lì il mondo crolla di nuovo tutto, stavolta facendo meno danni, riuscendo a stento a tenere a stento quel pò di sali minerali, amminoacidi liberi, glucosio, leucina-encefalina e prolattina dentro il tuo corpo; che poi il "problema" (ma è fondamentalmente una grande cosa) è che la distanza, con tutta la tecnologia a disposizione, quasi non la senti: messaggi come se fosse qui, foto, chiamate, videochiamate: conosco tutti i colleghi, le colleghe simpatiche, le zecche al culo, le compagnie divertenti ma inquietanti, è un pò come se fossi lì con lei, o lei qui con me...ed è questa la cosa che, in fondo, mi permette di andare avanti...

Commenti

ARCHIVIO

Mostra di più