Brawl in Cell Block 99 (2017) di Steven Craig Zahler

consigliato dal solito amico, ormai emigrato, che sa cosa, come e quando consigliare roba...
brawl in cell block 99 screenshot - onironautaidiosincratico.blogspot.it
Presentato fuoriconcorso a Venezia74, da un maiemiano e sconosciuto regista che cura pure le musiche dei suoi film, BICB99 racconta la lenta ma costante discesa agl'inferi dell'inetto (quanto mi piace questa parola, più di niubbo, freak, misfit, looser) e violento Bradley Thomas, che ci tiene parecchio al proprio nome, anche in prigione, dove finirà a circa un terzo del film. Più che un prisonmovie questo è un vero e proprio film romantico (da qui la scelta dell'immagine di copertina): tutto quello che Bradley e Lauren faranno lungo tutta la durata del film è dettato dalla voglia di recuperare prima e non perdere poi, il proprio matrimonio, quel legame per cui han promesso.
Il protagonista ha problemi reali, anzi realistici, che "risolve" con metodi un pò particolari: il licenziamento con annesso adulterio della fiquissima moglie Lauren opta una scelta biasimabile, ma fino ad un certo punto, che porterà ad una situazione che porterà ad una situazione che porterà ad una situazione, fino al finale mostruosamente cinico, stronzo, sconvolgente (non per l'azione in sé abbastanza telefonata, quanto per il modo e, soprattutto, il come), ma non cattivo perfettamente coerente col film, con l'evoluzione della storia e dei personaggi. Coerenza, parola d'ordine del buon Bradley: nonostante le scelte discutibili, o perlomeno particolari, almeno quanto risolutive, niente scalfisce la sua onestà intellettuale, la sua correttezza verso quel che fa, verso chi gli vuole bene ma anche, semplicemente, verso chi gli ha dato fino a quel momento da mangiare e di che vivere (e pure bene); la sua riflessione, quando viene condannato è in effetti molto condivisibile: "che società è quella che condanna uno spacciatore e non chi ha violentato una ragazzina?": ad un occhio bigotto potrebbe sembrare la stessa cosa, sempre di crimini si tratta, ma in un caso c'è la volontà da parte della "vittima" di esserlo, nell'altro no. 
Tralasciando discussioni etico-moral-sociali e tornando al film... 
La regia è semplice, nessun particolarissimo movimento, sembra quasi di essere in quei documentari-reality, di quelli fatti bene, dove si racconta la strana vita di qualche americano con qualche problema (in questo caso la violenza, contro le cose [bellissima]e contro gli altri [meno bella, ma molto più soddisfacente per lo spettatore]). L'americanitudine è una base su cui tutto è costruito: bandiere americane ovunque, sia nelle case (in quelle borghesi come in quelle proletarie, dove un cassonetto dell'immondizia rovesciato è il maintheme per venti minuti abbondanti di film) sia nel carcere, come simbolo di redenzione; ma l'americanitudine sta anche, e soprattutto, nel genere, il cinema carcerario, che negli USA ha dato i suoi migliori pezzi, o comunque la maggior parte di ciò che viene prodotto all'interno delle mura di un carcere, luogo che dovrebbe essere riabilitativo, ma, come mostrano sempre più spesso questi film, diventa un luogo di perdizione, per colpa dei secondini, che si alzano a educatori e rieducatori, ma son solo presuntuosi arroganti a caccia di potere, sadici e pezzi di merda. Il film è quasi una versione più grezza e quasi giustificatrice di Bronson, che ci fa vedere una situazione simile, con personaggi diversi e cause diverse, ma che ha, praticamente, lo stesso finale. La fotografia è bluastra negli esterni, quasi sempre sovraesposta, forse vuole indicare l'irrealtà di quel che succede, delle azioni che si susseguono, realistiche ma cariche di altri significati; negli interni invece tutto diventa cupo, con luci abbastanza naturali, e sempre calde, con rossi e arancioni a farla da padrone (certamente il sangue ha un valore importante, negli interni più che negli esterni).  
Purtroppo il film, in Italia, è stato distribuito direttamente in DVD, senza passare dalle sale, dove di certo non c'era posto, avendo in programmazione capolavori del calibro di: Assassin's creed, La torre nera, Spiderman Homecoming, Power Rangers, USS Indianapolis, The ring 3, La mummia, Fast and Furious 8, Chips, 50 sfumature di nero, Natale da chef, etcetcetcetc...
Cast perfetto: Vince Vaughn inquietantemente perfetto nel suo violentissimo ruolo, con una crapa rasata e tatuata che mette già ansia solo a vederlo camminare per strada; Jennifer Carpenter bona il giusto, non una fotomodella, ma una moglie decisamente da voler mettere incinta; Udo Kier inquietantemente inquietante, non credo ci sia altro da dire; Don Johnson cattivo, molto cattivo, ma il più reale dei personaggi, il più "normale", pur affogato e navigante nella propria follia. 





A sto punto voglio vedere pure Bone Tomahawk, dello stesso regista, con Kurt Russel e Patrick Wilson e Matthew Fox e Fred Melamed.


Commenti

  1. Ne stanno parlando tutti così bene che voglio recuperar ambo le pellicole di questo regista. Poi sembra proprio il film adatto a me ^^'

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    1. Vedilo, merita, sia che adatto che non adatto a te... è un piccolo gioiellino nascosto, trovato per caso

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  2. Hai fatto bene a fare una lista della spazzatura a cui i cinema italiani hanno scelto di dare priorità rispetto all'ottimo film di Zahler...

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    1. purtroppamente se ne potrebbero fare di queste liste da riempire intere pagine: il cinema italiano, e i suoi distributori, preferisce roba "semplice" reputando il pubblico stupido, che paga solo robetta o film d'azione di bassa lega

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