it's a new life in a new bed - #cazzimiei vol 2


è un pò che leggo vari blogger e/o youtuber che raccontano come e perché hanno cominciato a condividere col mondo le proprie storie, idee, opinioni, e mi è sembrato decisamente il caso, visto anche l'importanterrimo evento della vita, di riesumare i vecchi #cazzimiei...
secondo episodio di una rubrica del mio inseguitissimo, nel senso di non-seguitissimo, blog sul cinema e su tutte le minchiate che mi va di condividere col mondo (il blog è il mio e decido io); e poi comunque rimango nella linea editoriale data dal sottoscritto con la scelta del nome [onironauta idiosincratico], quindi bon, a voi:


il post va letto con questa di sottofondo...
 



Trasloco, oggi il primo serio, quello che ti spinge piano piano verso l'età adulta (per chi ancora, come me, crede di poter crescere). Sistemati pacchi e pacchetti, borsoni e scatole, è l'ora dei saluti; di quei saluti non definitivi, di quelli che "tanto fra un paio di giorni ci si vede..." o "oh ma mica stai partendo per l'Argentina..." [che per noi, in famiglia, è come dire "partire e non tornare più", visti i tanti parenti emigrati lì e mai più tornati]. 

Beh, oggi ho guardato un attimo mio padre poco prima di uscire di casa per l'ultima volta (cazzate: sto a meno di un'ora di strada da casa) con in mano l'ultimo scatolone di roba mia (altre cazzate: ho ancora un sacco di cose da prendere, tra cui il pc [scrivere un post col cellulare è da folli su Blogger]) e ho visto qualcosa nei suoi occhi di inspiegabile: non era incazzato, neanche triste o alterato, non era abbattuto o melanconico....era tutto questo insieme. Ed è stata, per me, la prima volta in cui l'ho visto così. 

Tutto mi è pesato, tutto è diventato in un attimo qualcosa di infinitamente più grande di me, più importante di me, più significativo. 

Ed ho avuto profondamente paura di deluderlo, come se un mio fallimento (non tanto in ambito accademico, quando come persona) non solo lo avrebbe fatto soffrire, come educatore e come amico, ma soprattutto avrebbe reso vana quella sua sofferenza. 

Non so se riesco a spiegare bene quello che il mio cervello pacato elabora, è tutto molto chiaro nella testa, ma diventa intelligibile scendendo dal collo, passando alle spalle e poi ai gomiti, per finire sulle dita, dove tutto è complicato e avvolto da una sottile, ma impenetrabile, nebbiolina...

Detto questo magari è tutto un film che mi son fatto da solo causa stanchezza e residui di febbre, e semplicemente era incazzato per i fatti suoi o per l'Inter che ha perso, però boh, mi son sentito parte di qualcosa, mi son sentito vicino a lui, e ho sentito empatia per lui, come se lo capissi, come se tutto fosse chiaro, come se abbracciandolo avrei potuto risolvere ogni problema suo e mio, come se avessi potuto confidargli ogni mio più recondito segreto, aprendomi e sfogando con lui e in lui ogni mia frustrazione o sofferenza. Ma non ho avuto la prontezza di spirito per farlo: buttare tutto in aria e stringerlo a me. 

Vorrei che per lui sia stata la stessa cosa, ma se non lo è stata spero un giorno legga queste parole, e capisca che, anche se sono un figlio stronzo, a volte insensibile, a volte semplicemente distratto, gli voglio tanto bene.


Commenti

  1. Anche questo post senza data.
    O son io che non son capace di trovarle...ma un blog non è na specie di diario?
    Se mancano i riferimenti temporali che diario è?
    Non so la tua età ma quando son andato io via di casa di anni ne avevo 34 -35 credo e veramente ho sentito solo la mancanza della mia gatta.
    E con i miei ci andavo e ci vado daccordo.
    Non ho mai letto dispiacere nei loro occhi credo sia stata una naturale evoluzione della vita "lasciarli".
    Che poi alla fine abito a due km di distanza.
    Però essendo sincero fino in fondo non credo di avere avuto mai un rapporto con mio padre come probabilmente hai avuto tu con il tuo.
    Se ti porta a scrivere di tutte quelle emozioni che hai letto nei suoi occhi.
    Con mia madre ...bhe son forse stato più mammone ma non ai livelli di quelli che oggi chiamano bamboccioni.
    Ho una figlia di quasi nove anni e le voglio un bene dell'anima come penso sia naturale no? Ma credimi che non vedo l'oro diventi adulta perchè si tolga dalle scatole ,in senso buono.
    Non conosco quella canzone di Nina Simone ..ma probabilmente con il tuo racconto ci starebbe bene anche Time after time di Cindy Lauper.
    Ciao
    Max

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    Risposte
    1. in alto c'è l'archivio, che si apre in corrispondenza dell'anno e del mese (prima ricordo che c'era la data, ora vedo solo l'ora di pubblicazione). Avevo pensato anche a Cindy, ma Nina rappresentava meglio il mio stato d'animo: ora è tornato tutto alla normalità, ma la prima settimana è stata dura: io che cercavo in ogni modo di condividere con loro la mia quotidianità e loro lo stesso (foto, videochiamate, chiamate ogni 2 nanosecondi). Credo forse di essere stato addirittura io più appiccicato e appiccicoso di loro; quello che ho visto nello sguardo di mio padre possibilmente è stata solo impressione, o forse è dovuto anche al fatto che fino a 10 anni ho vissuto dai miei nonni, e ci son tornato a 15 per il liceo, però boh adesso è tutto tranquillo, per fortuna ^_^

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  2. Bella canzone ,grandioso blues ma secondo me con il tuo racconto calza meglio Cindy e la sua triste time After time.
    Quella di Nina Simone ti da si una leggera malinconia ma anche una gran botta di ottimismo...
    Max

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