Macabro (1980) di Lamberto Bava

Il figlio del Maestro Mario prova a seguire le orme paterne (come ha di recente annunciato la figlia di Argento), ma il risultato è imparagonabile a quello del padre, seppur comunque un prodotto discreto



Più thriller psicologico che horror vero e proprio, il film non dispiace, seppur leggendo il nome Bava (si sa che è il figlio) ci si aspetta qualcosina in più.
L'inizio è violentemente intenso, con la bambina, che scopriamo essere una vera stronza, che controlla la madre; l'incidente, che non è affatto male, ci spinge a pensare che di lì in poi il sangue scorrerà a fiumi, invece non è così. Una parte centrale come quella di questo film stroncherebbe qualsiasi cineamante, cineamatore, cinefilo, cineforo o cinefobo: è lenta, senza nessun tipo di evoluzione, la storia avanza quasi per inerzia, i personaggi non fanno niente, le scene si susseguono senza alcun significato. Gli ultimi 25/30 minuti poi, per fortuna, recuperano un pò, per arrivare poi al fotogramma finale che stupisce (positivamente o negativamente dipende dall'osservatore).
La sceneggiatura è affidata a Antonio e Pupi Avati, e si vede; la regia è totalmente di Lamberto (dopo aver fatto l'aiuto in Cannibal Holocaust, in Inferno e qualche altra pellicola simile). La regia non è il punto peggiore del film, le ambientazioni sono ben fatte e l'atmosfera creata nello spettatore è perfetta per il titolo dell'opera.
Banale la fotografia di Franco Delli Colli; insipida la colonna sonora di Ubaldo Continiello (niente rimane e niente emoziona, in nessun senso), ben fatti, seppur limitati, gli effetti speciali di Tonino Corridori e Angelo Mattei (l'incidente è un gioco di montaggio, l'unico effetto è quello della testa mozzata di Roberto Posse. 
Ottimi tutti gli attori: dal cieco incompreso e bistrattato Stanko Molnar, alla madre Bernice Stegers (appena uscita dalla città felliniana) adeguatamente sopra le righe. Veronica Zinny, la bambina, è inquietantemente azzeccata per il suo ruolo, perfetta!
Non si trovano le profonde e intense analisi della società e del cattolicesimo e di come entrambi vedano il sesso, come afferma invece lo stesso Bava in un'intervista; c'è si un ragazzo cieco, e una visione del sesso alquanto distorta, ma né cattolicesimo né società ne sono la causa, bensì la malattia e la pazzia della donna. 
Mario morirà pochi mesi dopo l'esordio del figlio dietro la macchina da presa, ognuno tragga le proprie conclusioni...




qui il film completo (;

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