I GUSTI VOSTRI #1 - He Died with a Felafel in His Hand (2001) di Richard Lowenstein

aggiungo con piacere una nuova "rubrica" a questo blog: I GUSTI VOSTRI...ho proposto a chiunque di collaborare con me all'edizione di questo cumulo di pensieri, parole opere e omissioni che escono dalla mia testa, con la pubblicazione di altri usciti da altre teste...la prima, e fin ora unica, a decidere di collaborare è stata Erica (compagna che mi sopporta non solo in questo viaggio ma anche nella vita di tutti i giorni) a voi la sua recensione







Inizio perfetto con canzone perfetta, che alleggerisce la scena.
Dopo l'incipit si torna indietro e ci si parano davanti i nostri personaggi, in un giorno qualunque, con discussioni che vanno dal rovinare il film preferito di uno di loro al farsi conti improbabili che forse facciamo tutti, anche se non lo ammettiamo. Quando il discorso cade sul sentimentale facciamo sempre parallelismi perché ci caschiamo tutti nel "significherà qualcosa". Con una musica da giocolieri ci viene presentata una nuova coinquilina. La discussione tra i maschietti che ne segue è girata, a mio parere, magistralmente: inquadrature e movimenti di macchina impeccabili. Successivamente notiamo una non tanto velata presa in giro di tutti quegli omaccioni duri e minacciosi, alla fine facilmente influenzabili. Durante una scena a dir poco comica uno sguardo di mezzo secondo più lungo del normale ci fa intuire "chi finirà con chi". 
Pregio di questo film è la possibilità di immedesimazione: i personaggi si pongono i nostri stessi interrogativi filosofico-esistenziali al chiaro di luna, hanno paura del futuro e dell'amore, drammatizzano tutto e fanno errori comuni... in fondo tutti vogliamo solo "sentirci amati" o anche solo "sentirci".
La cavalcata delle valchirie ci sta sempre, anche se può essere scontata...beh,  rimarrete piacevolmente sorpresi quando scoprirete da dove proviene!
Tra "terrore e sconquasso" ecco il bacio previsto...e si cambia casa.
Man mano che il film scorre, i personaggi diventano sempre più grotteschi e stereotipati e le discussioni sempre più (in)verosimili. 
Geniale la critica al luogo comune che se qualcosa è scritta dal grande Dostoevskij è un'opera d'arte, se Dostoevskij sei tu comune mortale già i titoli perdono tutto il loro fascino. Ed altra critica azzeccata al gay che quando fa coming-out PRETENDE che sia un problema.
Il climax arriva al punto dello scoppio/sfogo del protagonista, la scena si rasserena e ci si svela con pochi tratti un'amicizia magari non profonda, ma senza dubbio sincera.
Alla fine il cerchio si chiude.
P.S. Da oggi mangerò più cibo sottile!


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