This must be the place (2011) di Paolo Sorrentino


 mi ha sorpreso (positivamente) che dal cinema italiano possa uscire qualcosa di decente...



Due cose mi hanno colpito particolarmente: la prima è la meravigliosa performance di Sean Penn, meraviglioso, perfetto, tristemente allegro per banalità (fa sorridere, poco, e riflettere, molto); perfetto in ogni gesto, emozionante con ogni sguardo, innocentemente infantile in ogni dialogo, con chiunque ("Non è vero! Però è bello che tu l'abbia detto"); la seconda cosa che mi ha colpito, questa volta negativamente, è tirare in ballo l'olocausto (tema affrontato nelle più varie e contorte maniere da 60 anni), che qui non solo non viene affrontato, ma non ha alcun senso e/o implicazione nella storia del protagonista [caratteristica molto italiana: se non si parla di un "tema seriamente politicamente impegnato", anche se solo di striscio, o magari per niente, il film è banale].
Ottima la fotografia, che ci fa apprezzare l'america non per i "soliti" (pur se meravigliosi) posti e paesaggi, ma per i luoghi visitati e vissuti dal protagonista, luoghi piccoli, spesso abbandonati, un pò tristi, che però sono i veri luoghi vissuti da ognuno di noi ogni maledetto giorno. Musiche perfette (il leader dei Talkin Head non poteva che scegliere musiche perfette), anche se secondo me la scena in cui viene cantata la canzone che da il titolo non è la più importante del film, anche se una tra le più belle.
Molto gradevole, scorre, lento, ma scorre. Per essere italiano, e pure di Sorrentino, è una meraviglia, per essere un film è sopportabile, per essere di Penn è na mmerda!
Tra un problema, una frustrazione e una sigaretta non fumata la ricerca di sè stesso e degli altri porta ad una sanificazione dell'anima e del corpo.



Commenti

  1. non so bene perchè ma a me è piaciuto moltissimo Penn è insuperabile e verrebbe voglia di abbracciarlo. le riflessioni sull'arte con l'amico performer fanno riflettere mentre la trama fa proprio cagare. Penn però salva tutto. IMMENSO

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    1. Purtroppo non basta l'immenso Sean per salvare questo film, che comunque rispetto al resto prodotto in italia o da italiani, rimane un buon prodotto

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    2. Si intendo dire che se fosse stati qualcun altro l'interprete al film avrei datto un sonoro 2! Invece mi sento di dargli un dal 5/6...hai perfettamente ragione sulla parte del tirare in ballo l'olocausto. cmq bella recensione! Mi acculturo :)

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  2. La smettiamo con questo "per essere italiano è bello?"

    dai su, ti giuro che ce ne sono a decine di nostri film recenti di gran valore

    per il resto concordo quasi su tutto

    tranne per la scena-videoclip, che senso ha?

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    1. purtroppo a me il cinema italiano, se non in rarissimi e particolari casi, non piace, e si vede dalle scelte dei film recensiti in questo mio spazio blasfemo in mezzo alla rete. La scena-videoclip a mio avviso è montata bene (i controcampi con la chitarra al posto di Cheyenne, lo sguardo della madre che vede il proprio figlio giocare con un altro bimbo) e poi il bimbo che gli prende la chitarra dalle mani ringraziandolo di aver suonato con lui, ha qualcosa di poetico (tale immensità di mielosità sarà dovuta al mio amore per la musica e al mio concetto secondo il quale suonare/cantare con qualcuno, ti ci fa collegare in maniera particolare, profonda, unica e inspiegabile...come se ci fosse una coda neurale alla Avatar)

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    2. no, aspetta, ma quella scena è magnifica

      io mi riferisco al videoclip di Byrne, quella carrellata indietro di 5 minuti (se ricordo bene)

      bella scena ma marchetta e basta dai

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    3. quella si, non l'ho capita neanche io...e non ho capito il perché o il senso di quella scena

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    4. eppure è stata esaltata

      è assolutamente priva di senso, non si lega nemmeno col dialogo successivo tra i due

      ma la gente doveva esaltare byrne e si è dimenticata che eravamo dentro un film che non parlava di lui

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    5. vabbè se la gente deve fare qualcosa la fa, anche se deve ricorrere ad un pò di mirrorclimbing...fa niente che non abbia senso, nè collegamento con la scena precedente, nè successiva, è una genialata...se invece io faccio un corto, e in una scena il riferimento alla scena precedente o successiva è velato (non assente, ma solo velato) vedi come saranno tutti pronti a dire che manca qualcosa, o che è poco chiaro

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