ParaNorman (2012) di Chris Butler

visto una sera, solo, sul divano...sia perché ne parlano tutti bene, sia perché la stopmotion mi ha sempre affascinato, e LaicaStudios mi han sempre colpito con, in ordine rigorosamente casuale, prima Boxtrolls e poi Coraline...
recensione di paranorman di onironautaidiosincratico.blogspot.com

Dopo Coraline, la Focus Features torna alla stopmotion con ParaNorman, diretto a quattro mani da Chris Butler (supervisore degli storyboard de La Sposa Cadavere e Coraline) e Sam Fell (Giù per il tubo e La avventure del topino Despereaux). Già con solo queste premesse il film è un piccolo capolavoro: la stopmotion genera quella sorta di stupore misto a invidia: questa gente riesce, ancora oggi con tutti gli strumenti digitali, a modellare espressione per espressione, fotografandola una alla volta per poi montare tutto insieme in un filmato. Ma la cosa che colpisce e stupisce e la perfetta caratterizzazione fisica e l'espressività di tutti i personaggi, dal principale a quelli che appaiono in una sola scena, che riescono solo con la faccia, riuscendo a comunicare con un movimento quello che certi film non fanno in un'ora e mezza [piccolo esempio di quando l'animazione era tale: If you can't say somethin' nice.., don't say nothin' at all.]. I personaggi son comunque stereotipati: si capisce chiaramente chi è l'eroe, chi l'aiutante e chi sarà a cambiare opinione e sostenere il protagonista; ma questo non toglie spessore all'amalgama che viene creata coi personaggi, alla loro perfetta unione, al loro meraviglioso modo di rapportarsi tra loro e con lo spettatore; l'esempio più emblematico è il bulletto della scuola che stravolgerà il proprio rapporto con chiunque dentro la piccola comunità, rimanendo comunque quel che è. Al contempo si vede un amore verso gli horror "classici", anche per quelli italiani, che però non diventa mai imitazione banale o scopiazzatura, ma citazione che si alza, e strizza l'occhio al babbo o alla mamma che magari han portato il figlioletto a vedere un film del genere: una favola horror (molte scene paurose, ma nessuna splatter o disgustosa) in chiave moderna.
Il film è un trattato sulla paura, la paura del diverso, la cattiveria contro chi non è "noi", dove noi diventa non una comunità ma una barriera: il piccolo Norman prova ad abbatterla quella barriera, con l'ingenuità di un bambino che vede la gente morta facendoci amicizia e divertendosi con loro (gli unici che lo capiscono e lo apprezzano per quello che è). 
L'americana Family Research Council, ha dichiarato: "I genitori che porteranno i bambini a vedere il nuovo film ParaNorman potrebbero trovarsi a rispondere a domande indesiderate sul sesso". "Questa storia potrebbe non far inarcare le sopracciglia ai genitori delle città metropolitane, ma crediamo che si debbano lasciare ai genitori informazioni sull'orientamento sessuale di un personaggio, nel caso in cui si voglia evitare questo tipo di conversazione sulla strada di casa", d'ora in poi segnerò tutti i film bocciati e insultati dalla FRC e correrò a vederli.
La scena dopo i titoli che vale tutte quelle di marvelcinemastudios, con un piccolo assaggio del mostruoso e infinito lavoro che c'è dietro un film del genere. 
Due piccoli errori: quando Norman e la compagnia stanno scappando dagli zombi e fanno schiantare il padre di Norman, la poliziotta si schianta contro l'auto dei Babcock dalla direzione in cui il furgone si è appena diretto piuttosto che da dove è appena arrivato; quando Neil guarda il DVD di aerobica di sua madre, delle linee bianche attraversano lo schermo mentre è in pausa: questo era un problema delle VHS non dei DVD. Ma son errori veniali, o forse voluti per far parlare di loro, o semplicemente per perculare lo spettatore.


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