Il conte di Montecristo (1966) di Edmo Fenoglio

van di moda le serie dei film negli ultimi anni, e son parecchi quelli che enfatizzano come la serialità stia superando, qualitativamente e quantitativamente il Cinema; porto qui un esempio di serieTV (che all'epoca si chiamavano sceneggiati) che non solo è meglio di tanti film fatti sulla base dello stesso romanzo, ma che non sfigura affatto accanto al romanzo stesso, non me ne vogliano i librariani conservatori...



Alcuni amici mi han sempre consigliato di leggere il romanzo di Dumas; questo natale (quello appena trascorso) decido che è il momento giusto, chiedo ad un'amica che gentilmente mi presta il doppio volume (e già prendendo in mano quei 2 volumi da CINQUECENTOSETTANTA pagine l'uno inizio a non essere più tanto sicuro di volerlo leggere) e anche un cofanetto di DVD, che guardo di sfuggita e che vedo essere uno sceneggiato Rai della catena "la grande letteratura sceneggiata". Titubante lo poso e inizio la lettura.
Il libro lo divoro in meno di dieci giorni, la storia è avvincente, non riesco a fermarmi un attimo, devo assolutamente sapere ogni singolo capitolo come va a finire, e il primo volume vola letteralmente (complice anche qualche notte insonne). 
Finito il libro mi butto subito sullo sceneggiato, le 8 puntate da un'ora circa ciascuno le macino neanche fosse la prima stagione di Breaking Bad, ma stavolta non è la curiosità a spingermi a vederlo (so già come andrà a finire e come si svolge ogni singola azione), ma proprio la voglia di vedere come Fenoglio ha deciso di rappresentare quelle cose, come le metterà in scena, come il singolo personaggio reagirà. La storia è prettamente aderente all'originale, pochissime le cose cambiate (la più evidente è l'assenza della paralisi di Noirtier, meravigliosa nel libro con tutte le sue conseguenze, ma scomodissima in una resa cinematografica), perfetta anche la suddivisione in 8 episodi: ognuno di essi ha il suo inizio, il suo svolgimento ben definito e chiaro, e il suo finale; non dico che si potrebbe saltare una delle puntate senza perder nulla, ma comunque si capirebbe il finale e il resto (grazie anche alla divisione effettuata da Dumas padre nel romanzo). 
Le inquadrature son molto teatrali: gli attori si trovano spesso a semicerchio tutti che guardano verso la telecamera-pubblico, ma questo non infastidisce, anzi; quasi tutte le azioni si svolgono in interni, e neanche questo infastidisce (seppur si notino le difficoltà tecniche nel girare in esterni, soprattutto per le scene notturne). Anche la recitazione è molto teatrale, molto "facciale" ed è quasi esagerato, ma riesce a rendere benissimo ogni singola emozione, ogni singolo gesto di ogni personaggio. 
Consigliato per chi ha amato il Conte e per chi non lo conosce e magari preferisce avvicinarsi con delicatezza e più leggerezza; un bel prodotto di una Rai che non c'è più, che costa di più e che ci da più reality, più salotti pieni di urla, più maledetti (quanto inutili) talent e meno cultura, ma tanta in meno.



Questo meraviglioso canale ha tante serie Rai, di certo non è il modo più legale per guardarle, ma visto che gli diamo 100€ al mese un canale youtube potrebbero anche farlo; QUI la prima puntata del nostro Conte.

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