Lucy (2014) di Luc Besson

sabato sera a casa: panino con porchetta [C'È]; birrozza, rigorosamente in lattina, gelata [C'È]; amore infinito verso l'infinita Scarlett [C'È]; estrema simpatia per Besson [C'È]; odio verso chi critica Besson e poi si eccita tutto al primo annuncio del nuovo cinecomicsdelcazzo (tendenzialmente senza capirne un cazzo di cinema) [C'È]; divano, coperta e scaldino [C'È];
recensione di Lucy di onironautaidiosincratico

Sceneggiatura abbastanza sterotipata e già vista, con basi scientifiche pari a quelle dei terrapiattisti: solite cazzate sull'uso solo al 10% del cervello (per sapere quant'è la percentuale usata bisognerebbe conoscere tutte le potenzialità): per tutti quelli che "ah ma non ci son le basi scientifiche" bisognerebbe chieder loro cosa ne pensano di TombRider o degli Avengers, prima che parlino di veridicità e scientificità dei film, come se la bontà di un film o di una sceneggiatura sia basata sulla realtà delle affermazioni che ci son dentro. Le citazioni son tante, a tanto cinema di fantascienzazione, ma qui il mix è, seppur scontato e già visto, ben confezionato e ben servito: a chi dice che ormai Besson sia cotto e abbia perso lo smalto andrebbe ricordato che quel che lui ha fatto nel cinema francese non è capace di farlo nessuno in Italia e forse qualcuno negli USA, per il resto non c'è paragone, quindi infinite volte meglio un suo film con poco smalto che una delle solite cagate murricane o italiote, dei soliti registi incapaci e inspiegabilmente sempre riproposti dietro una macchina da presa.  Johansson perfetta (da brividi quando parla con la madre ricordando il parto e il rumore delle ossa che si formano in mezzo alla placenta[ricorda una telefonata simile in SpringBreakers], algida dopo, ma di quell'algido meravigliosamente affascinante e deciso, totalmente in antitesi con la Lucy dell'inizio svampita, stupida e distratta da ogni cosa); Freeman perfetto pieroangela della situazione, che spiega il funzionamento del cervello umano in parallelo all'evoluzione di Lucy e ad alcune scene da documentario forse didascaliche, ma per niente fuori luogo; poliziotto forse troppo poco caratterizzato e poco carismatico, magari sarebbe stato meglio Jean Reno, capace di sopprerire alle carenze di sceneggiatura con la sua presenza; cattivissimo Choi Min Sik, già cattivo per Chan-wook Park (ed è tutto dire).
È impossibile non fare il confronto con due film usciti in sala qualche tempo prima di questo, Trascendence e Limitless: tutti e tre finto-fanta-scientifici, ma solo in questo esiste una vera evoluzione del protagonista che passa da rinco-qualsiasi a divinità umanizzata che non usa il proprio potere per nient'altro che per il piacere della conoscenza; i buchi e le incongruenze ci sono in tutti, ma solo qui l'aumento delle capacità cognitive di Lucy portano lei ad una vera e profonda consapevolezza di sé e della sua condizione: le sue azioni la portano a compiere quel che serve a lei, servendosi di chiunque le stia intorno, per il suo unico scopo, niente cazzate per chi ama (l'amore è solo una reazione chimica), niente problemi morali: sa quel che deve fare e lo fa, punto. Il confronto si può, e si deve, anche fare con lo stesso Besson e il suo cinema d'azione: questa pellicola sembra un pò una summa di tutta la sua opera: il quinto elemento di una relazione tra Leon e Nikita.
Besson si ricorda che un film deve durare 90 cazzo di minuti e a scrivere dei personaggi che nella sola durata del filme vengono illustrati, si evolvono e concludono una storia (per tutti quelli che "no ma la prima stagione di GOT [567 minuti, CINQUECENTOSESSANTASETTEFOTTUTIMINUTI] serve a presentare i personaggi, poi diventa interessante"); Besson ama le donne, e si vede: qui son i personaggi più forti e veri, nonostante circondate da una società fortemente maschilista e machocentrica.
Visivamente il film è d'impatto, ma di quello che lascia col sorriso a fine di ogni scena, cercando di capire come è stata girata: mai esagerati o plasticosi, gli effetti mescolano perfettamente una CGI di gran qualità a effetti analogici; su tutte la scena dell' "overdose di CPH4" fa venire il rimpianto per non averlo visto in sala. Il prefinale è un pò esagerato, ma dà bene l'idea di "espansione raggiunto il 100%" (carina anche l'idea della percentuale in aumento, che segna un pò i vari capitoli, se così possono definirsi, del film).



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