Inside out (2015) di Pete Docter

visto il film ho pensato di fare una recensione "a tema": tante teste che dicono ognuno quel che pensa, a caso, senza un ordine, senza uno schema, senza niente...se qualcuno volesse aggiungersi QUI il link al file dove CHIUNQUE può aggiungere i propri pensieri (quindi niente commenti, entrate e scrivete!!)








Prima di tutto il cortometraggio prima del film: LAVA [clickare per vedere], una colata di merda mielosa che travolge il pubblico senza raccontare una storia, non-raccontandola male, banale, telefonata e pure disegnata non al meglio… [la canzone è moooolto ripetitiva e banalotta, secondo me avrebbero potuto  sorprenderci inserendola nel film al posto della musichetta della pubblicità! Così com’è non mi ha comunicato niente…]


Come spiegare la psicologia (anche abbastanza spiccia, ma chiara) ad un bambino? basta fargli vedere Inside Out: la storia di una bambina, anzi dei suoi sentimenti, delle sue emozioni, dei suoi stati d’animo. [Con lo stesso sistema da piccola ho imparato molto dalle cassette di “esplorando il corpo umano”.]

Il film inizia con la nascita della protagonista: Riley una bimba made in USA che ovviamente prova, come prima emozione, la GIOIA (di solito si dice che il primo sentimento sia il dolore, la sofferenza, il distacco fisico dalla madre...bah, ma in effetti così è più carino da raccontare ed è anche più facile. [bisogna considerare che comunque è questione di pochi attimi prima che appaia Tristezza sulla scena e trovo molto  carino il fatto che le emozioni “compaiano” man mano che la bimba cresce, credo rappresenti bene il “complicarsi” delle emozioni man mano che si cresce.] A questo punto entrano le altre emozioni: rabbia, disgusto, paura e tristezza. Le loro avventure all’affacciarsi di Riley alla pubertà sono il tema fondante, la scoperta da parte delle emozioni (e quindi anche della bambina) dell’importanza della tristezza, dell’impossibilità di essere sempre gioiosi e sorridenti, la necessità del buio prima della luce e tutte le altre banalità da ying&yang.


La storia è banale (tutti i problemi son generati dal trasferimento della famiglia in una nuova, diversa, realtà, come se gli americani non fossero in grado di avere problemi se non si trasferiscono altrove), i personaggi squadrati e solo uno di essi (Gioia) varia a fine film (lei è forse l’emozione preponderante, quella più “importante” oltreché un leader autoproclamatosi); ma il meraviglioso di questo film non è l’innovazione data dalla trama, l’evoluzione stilistica dei personaggi, o la loro caratterizzazione, quanto il meraviglioso modo in cui la storia ci viene raccontata: i ricordi come sfere colorate, i ricordi base che generano le isole, la memoria a lungo termine, i lavoratori di quest’ultima che periodicamente e senza motivo mandano su la canzone di una pubblicità, la meravigliosa storia di BingBong e il suo sacrificio (il momento di emozione più grande di tutto il film: il suo “Portala sulla luna per me!” è molto più struggente e forte di ogni altro cartone animato/film d’animazione visto fin ora (piccola nota personale: questo è anche l’unico che mi ha fatto piangere, non solo d’animazione, ma proprio film in sala; l’altro è Cool Running, sempre targato Disney). [Personalmente mi sono commossa più volte durante il film, sarò pure una dalla lacrima facile, ma credo che molte scene siano strutturate nel modo giusto per toccare qualunque spettatore nel profondo. Tutti ci immedesimiamo molto facilmente con Riley perchè tutti ci siamo passati, tutti abbiamo dovuto affrontare i cambiamenti emotivi dovuti alla crescita, tutti abbiamo distrutto e ricostruito le nostre isole della personalità. Credo che uno dei messaggi del film sia: è vero che da piccoli si riesce ad essere più spensierati e felici, ma non dobbiamo aver paura di crescere e affrontare nuove emozioni.]


Ovviamente visto da “““adulto””” il film mostra qualche difetto, o meglio: lo spettatore si pone alcune domande che magari un bambino/ragazzino non si pone: perché Gioia che è a capo di tutto per tornare a casa perde tutto quel tempo? Perché Gioia è l’unica a cambiare durante il film, ad evolversi, mentre tutte le altre emozioni rimangono così come sono dall’inizio alla fine? Come fanno le altre emozioni ad essere statiche e fisse, mentre gioia riesce a provare tristezza? Cioè va bene che sia la protagonista, ma le altre emozioni (tranne Tristezza nel finale) sono un pò lasciate da parte, come se fossero meno importanti, o utili, o forse solo meno emozionanti.


Credo che questo film, insieme ad un altro paio della Pixar (Toy Story, Up, Monsters&Co, Wall-e), un paio della Dreamworks (Shrek, Galline in fuga e La strada per Eldorado) e tutti i classici Disney, siano una sorta di necessaire che un bambino deve portarsi dietro, che deve conoscere per affrontare meglio il mondo del cinema e la vita in generale.


Speriamo che il buon Pete, dopo aver girato questo, Up e Monsters&Co, sceneggiato Up, Wall-e, Toy Story e Monsters&Co possa continuare a farci “emozionare”.


e poi si scoprono cose tristi


ma anche cose divertenti





e poi quasi per caso leggi QUI e ti immagini come sarebbe davvero potuta andare a finire...




si aggiungono sempre più video



prima del trailer questa genialata...









Commenti

  1. La storia di Bing Bong è uno dei pezzi di Cinema - per piccoli e non - più struggenti degli ultimi anni.
    Grande Docter, e grande Pixar.

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