La sedia della felicità (2014) di Carlo Mazzacurati

amazon prime video inizia a battere costantemente netflix nelle scelte serali di accompagnamento a questa bollente quanto inutile estate: non solo come film in generale, spesso come serie, ma soprattutto per i film italiani: sul primo si trova anche bella roba, anche vecchiotta, sul secondo solo merda puzzolente, flaccida e manco buona come concime d'intrattenimento.
recensione di la sedia della felicità di onironautaidiosincratico.blogspot.it

La crisi economica raccontata con garbo, senza menate sociologiche o umanitarie; un prete con un problemino che lo rende un pò incoerente; una vecchia mamma di un boss mafioso e una sedia piena di "felicità": questa in estrema sintesi la storia raccontata dall'ultimo film del compianto Mazzacurati. 
La storia è intima, semplice (ma non superficiale): racconta i due protagonisti in maniera semplice, caratterizzandoli con le loro azioni, senza particolari descrizioni approfondite o caratterizzazioni specifiche: due classici perdenti, non più giovani ma manco maturi, con un lavoro instabile, con un sacco di debiti, senza nessuno che li aiuti, ma che devono farcela da soli (ma da soli insieme è meglio).
L'amore fa parte della narrazione, ma senza essere stucchevole o rendere disneyani i personaggi nella loro ricerca dell'ammore a tutti i costi. Il nordest narrato da uno che c'è nato, e pure morto, nel nordest è quello vero: quando vediamo Venezia non è quella da cartolina ma quella reale, con le alghe, i vaporetti rovinati da un lato, stessa cosa per le dolomiti: vere, niente che sembra uscire da uno spot finanziato dalla regione (nonostante il film lo sia). 
Le citazioni son da cinefilo: Tarantino buttato in un discorso random, come Mel Brooks nel titolo e in tutta la costruzione del film; un surrogato dell'orso sarebbe potuta benissimo essere una landisiana scimmia, perfettamente inserita nella surrealtà della storia raccontata. 
I cameo non mancano (sembra di assistere ad uno di quegli sketch del SNL con il meglio del meglio di un certo tipo di cinema): Mastandrea e Battiston su tutti ma poi arrivano la Ricciarelli, Raul Cremona, Marco Marzocca, Milena Vukotic (che ultimamente si vede spesso nei panni di una medium/magara), Roberto Citran, Natalino Balasso, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando e Antonio Albanese. Ognuno di loro ha una piccola parte, che accompagna i nostri due (poi tre) protagonisti nella loro personalissima caccia al tesoro; ma questo senza infastidire, limitare o distrarre dalla storia principale, e senza neanche trasformarla in una storia corale.
Straconsigliato per ridere senza dover per forza vedere gag stupide, e per capire come si possa fare del buon cinema anche in italia con pochi soldi e senza idee troppo astruse o innovative.


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