Disenchantment (2018-in corso) di Matt Groening

pompata a manetta da Netflix (come tutta la merda che produce, senza distinzione alcuna), con scritto a lettere cubitali "DALLO STESSO CREATORE DEI SIMPSON E FUTURAMA"... recensione disincanto onironautaidiosincratico.blogspot.com
Mezz'ora a episodio (un pò troppo), 10 episodi, seconda stagione già confermata, "una serie di Groening diversa da tutte le altre", ed è questo il difetto più grosso: se vedo "una serie di Matt Groening" lo faccio perché cerco (e pretendo) quelle caratteristiche che mi han fatto piacere le altre cose che ho viste fatte/girate/scritte da lui, inutili tutte le menate sul cambio di passo o di stile, né tantomeno son valide le varie "eh ma nel cartone che ha girato nel 1984 per il compleanno di suo nipote e che han visto in 3, lui compreso, tratta questi temi", perché se mi viene sponsorizzata una serie come "dallo stesso creatore dei simpson" voglio qualcosa che ci somigli, oppure metti "una serie di matt groening" e basta.
A parte questo la serie di cartoni animati (per adulti, il bello è che ovunque si legge questa specifica, seppur io speri sempre che una mamma pancina informata la faccia vedere ai figli e amici di 4/5 anni) è piuttosto scorrevole, seppur la lunghezza del singolo episodio, ed il bisogno di creare una storia orizzontale 
nei primi episodi (molto di formazione e molto lenta) determinino puntate che sembrano non finire e sembra pure siano state infarcite di roba inutile giusto per arrivare alla lunghezza stabilita.
La storia di formazione della principessa Bean (paragonabile a Lela di Futurama, come Elfo a Fry e Lucy a Bender, per carattere e posizione all'interno della storia, seppur qui il ruolo di Bean sia predominante sugli altri) è una di quelle storie fintotrasgressive che tanto vanno di moda ora: alcool, sesso per una donna potente, ma in fondo piena di dubbi, con le sue remore e il suo tragico passato che tornerà nel finale di stagione a scombussolare tutto quel poco che lei, e i suoi strambi ma amorevoli amici, hanno costruito nel corso della serie. 
Tutti si lamentano nonostante abbiano quel che vogliono (la donnaforte protagonista è viziata e ricca, tutto il suo problema è come sperperare e distruggere il regno del padre, e ci riesce con una fantasia abbondante e variegata).
Spettacolari tutte le citazioni anacronistiche: le sirene della polizia a cavallo, i tipi che si chiamano con la "radio" facendo rumori chhh tra una frase e l'altra; tutte cose a cui Groening ci ha già abituato. 
L'ambientazione è molto disney, ben curata, con molti dettagli ma non realistica; le inquadrature son semplici e non ci son mai giochi particolari di regia.
Le musiche di Mark Mothersbaugh (sia lode al suo nome) danno quel tocco in più, che aumenta decisamente la qualità del prodotto finale, come è stato per "space goofs".
La serie diverte e intrattiene, ma niente di entusiasmante o da generare hype per la seconda st
agione: meglio rivedersi le 30 stagioni dei Simpson, o le 7 di Futurama, anche con episodi a caso. 


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