Cowboy bebop (1998-1999) di Sunrise & Bandai Visual

non ringrazierò mai abbastanza netflix...


26 episodi, una colonna sonora da urlo (in fondo il video del tubo con TUTTE le canzoni), storie brevi ma fantasticamente intrecciati, personaggi approfonditi e mai banali: tutti gli ingredienti per fare una bella serie. Serie iniziata semplicemente perché era simpatica la copertina, mai vista, mai sentita, anche se dopo qualche collega mi ha detto di averla vista ed apprezzata.
Un ex affiliato ad una qualche organizzazione, anzi all'Organizzazione; un ex poliziotto interplanetario; una bambina abbandonata dalla famiglia e genialmente genia ai pc; una giovane e meravigliosa truffatrice e un cane dal valore inestimabile sono i protagonisti della serie, tutti diventano una grande famiglia di cacciatori di taglie, dividendo il bottino delle varie cacce. 

I primi episodi ci raccontano la creazione della combriccola: Spike e Jet son già una coppia di colleghi, a cui si aggiungono poi Faye, Ed e Ein. Ognuno di loro ha un passato tormentato e ombroso, e ad ogni puntata di ognuno scopriamo qualcosa in più, un piccolo tassello del puzzle, che comunque resterà incompiuto, della loro vita; amandoli un pò di più, immedesimandoci un pò in loro, sperando la facciano franca o gli vada bene. Piano piano tutti i cerchi si chiudono, tutte le storie raggiungono la loro più giusta e corretta fine, ma senza accavallarsi, senza disturbarsi le une con le altre: tutte si concludono (alcune lasciano il retrogusto amaro, altre dolce, altre ancora son acide), tutte son lì per un motivo, tutte riempiono un qualche buco, una lacuna nella nostra conoscenza sui personaggi e sulle loro storie. Lo sviluppo dei personaggi è lento ma costante, in ogni singola puntata le nozioni e le informazioni rispetto ad un personaggio aumentano: da una piccola abitudine ad un pezzo del suo passato: si arriva piano piano ad avere dimestichezza coi personaggi, a conoscerli e saperli sviscerare, sembra quasi che facciano parte della propria famiglia, diventano parte integrante della propria vita (a me è capitato di pensare a Jet o a Ed, ad esempio, nel fare la lista dei regali di natale).
Non manca niente: la storia emoziona, fa ridere, intrattiene, fa venire voglia di vedere il finale: tutto è perfettamente alternato, tutto si svolge coi tempi giusti, coi modi giusti. La durata è perfetta, o almeno lo è stata per me in questo periodo: 20 minuti ad episodio son sopportabilissimi anche in una giornata piena di impegni.
Nei disegni, nella caratterizzazione dei personaggi e, soprattutto, nella loro movenze, si vede l'ispirazione e la devozione a LupinIII, ma qui è come se quei personaggi si fossero evoluti, approfonditi, e diventati più interessanti. I personaggi secondari, manco a dirlo, son fatti con la stessa cura e precisione: Ani, Toro che ride, i tre anziani, VT: ognuno di loro dà qualcosa alla storia, non è semplice contorno, ma diventa parte di quella storia che viene raccontata, aggiungendo, a volte divagando, ma sempre interessando.
Consigliato a chi, come me, adora le storie che non durano per millemila episodi, che hanno una chiara e semplice evoluzione e che hanno un finale semplice e definitivo (anche se, nonostante il finale, qualche seguito c'è...).


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