46 Oku Nen No Koi (2005) di Takashi Miike

visto una notte insieme al gruppo di Cinema giapponese....grazie a mymovieslive, e all'Armellini nazionale (qui la sua recensione, di certo migliore della mia)














  • montaggio del ballo da dio, trasmette tutto quello per cui è stato pensato e girato: PERFETTO e perfettamente inserito (non da fastidio, non distrae, al momento giusto, per la durata giusta)



  • il carcere è qualcosa di divino, assolutamente deumanizzante, nella visione del regista

  • camera a mano molta ma non infastidisce



  • fottutamente assurdo quanto fottutamente bello

  • inquadrature silenziose, con solo un rumore di sottofondo e pochissimi movimenti, di una potenza assoluta

  • la differenza sta nelle immagini: tra l'interno minuscolo e buio e l'esterno col razzo pronto ad arrivare in un nuovo e inosplorato, quanto immesno, spazio

  • la vera condanna è non sapere cosa succede fuori

  • in una sola inquadratura, con un raggio di luce, racconta molto più di quello che fa il 90% dei registi in film interi

  • la farfalla che torna nei momenti giusti, e solo in quei momenti: ogni volta che la vediamo, sappiamo cosa sta per arrivare

  • il sangue è ovunque, è tanto, però l'assassino vomita come farebbe chiunque vedendo una scena di quelle, però poi torna alla carica

  • l'amore che nasce tra i due va oltre ogni immaginazione, e sfocia in un gesto estremo

  • l'intreccio dei fatti è pazzesco: sappiamo alcune cose, ma andando avanti scopriamo che quello che sapevamo in realtà non era tutto, ma c'è dell'altro, e dell'altro, e dell'altro...

  • il titolo dei "capitoli" aiuta la comprensione, ma al tempo stesso spiazza lo spettatore

  • l'inchiesta ricorda quella di Rashomon

  • scopriamo che il bambino ruba i panini con la marmellata, ma non per un fine nobile (come sarebbe successo in qualsiasi film americano) lo fa perché li vuole e basta è stronzo seppur bambino

  • l'inquadratura "sdraiata" della scala è da Oscar, almeno un paio di oscar, per un paio di anni, avrebbero potuto benissimo darli a Miike

  • dialoghi veri, spontanei, con le pause in mezzo, gli sguardi, i silenzi

  • l'inserto a fumetto distrugge tutto, non spiega niente, ma è di una figaggine infinita

  • ogni tanto l'audio sbarellava, come se si passasse da un suono in presa diretta ad uno registrato in studio (probabilmente un problema della mia connessione)

  • un'orologio scandisce lo scorrere del tempo, ma non lo si intuisce subito, non alla prima visione almeno

  • Ozpetek avrebbe solo da imparare come si racconta una storia d'amore "non convenzionale"

  • il montaggio sulla confessione finale è follemente perfetto

  • la violenza del film non è fine a sè stessa

  • alla fine l'assassino è l'arcobaleno

  • non capiamo dove si trovi la regione, sia nello spazio che nel tempo

  • il titolo originale, ignorantemente tradotto in "L'amore dei 4,6 miliardi anni" viene cambiato in "Big bang love, juvenile A" molto più carcerario come titolo e meno romantico


  • alla fine tutto si chiude, tutti i pezzi del puzzle si mettono al loro posto, e l'ultima inquadratura prima dei titoli è emblematica e ci lascia con un dubbio: è marmellata o sangue?






  • Commenti

    1. Cazzo le cose che hai individuato e tutte live, complimenti!

      Non ho fatto caso per bene alla farfalla, quando veniva cosa succedeva?
      E quel finale mica l'ho capito, con quel riferimento agli anni, me lo spieghi?

      Forse è perchè ho tanto sonno, domattina avrò l'illuminazione.

      Stanotte vedrò un triplo letto

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      Risposte
      1. La farfalla era per i momenti salienti, quelli in cui Ariyoshi viveva delle situazioni che avrebbero cambiato la sua vita.
        Per quanto riguarda il tempo, credo io, che tutto il film si svolgesse in un tempo e in uno spazio senza coordinate, poteva essere nel presente come nel passato più remoto o nel futuro più distopico: è una storia d'amore senza tempo e senza spazio, qualcosa che va oltre, ma sarà il mio immenso romanticesimo che mi fa pensare cose del genere, forse.

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    2. Film decisamente molto bello... ma comunque, 'troppo'...

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