Videodrome (1983) di David Cronenberg

questa immagine qui sotto mi infastidisce, mi turba e mi schifa quasi, ma torno a guardarla, a fissare quella fessura sotto la manica, sul polso, dove quei due tubi sembrano creare, essendo scoperti dalla pelle in quell'ovale, una piccola bocca (o una vagina) arrabbiata...lo stesso effetto lo fa il film, disturba, inquieta, ma non è possibile levare lo sguardo, e finitolo si vuole subito rivederlo, per cogliere tutto ciò che ci è sfuggito ad una prima visione...

videodrome.onironautaidiosincratico



Cronenberg, 30 anni fa, raccontava la società di oggi, dove la televisione è la nuova realtà, e dove la realtà è meno della televisione. L'unica differenza con oggi è che oltre alla tv c'è internet (qui un articolo di ciclofrenia che chiarisce il mio pensiero a riguardo ).

Gli argomenti del film sono quelli ancora dibattuti nelle tv dei giorni nostri: sesso e violenza. E anche i problemi son sempre quelli: cosa è giusto mostrare e cosa è giusto nascondere. Se questo film fosse uscito l'anno dopo sarebbe stato perfetto (molti elementi rimandano all'opera orwelliana più famosa)!

Debora Harry, passando dai Blondie al cinema, dimostra di valere più della metà delle attrici della storia, però questa pellicola rimarrà una delle poche dove reciterà, purtroppo.

La chiesa catodica del dottor O'Blivion (nome geniale che ricorda qualcosa) è un pò la società di oggi, una società dove conta solo ciò che dice la tv, e dove conti qualcosa solo se finisci su una tv (anche se ora il concetto si sta allargando grazie a youtube e internet in generale ad uno schermo), e lo scopo è quello del Professore: tenere solo monologhi, il dialogo non conta più, bisogna comunicare, buttare via informazioni, non dialogare e scambiarle, ma solo darle agli altri, che poi ci fanno quel che vogliono, solitamente travisarle o decontestualizzarle. Tutta la politica del film è ispirata alle tesi del sociologo canadese Marshall McLuhan (il creatore del concetto di "villaggio globale"), di cui Cronenberg fu allievo. Alcune idee si capiscono, in maniera velata, nei dialoghi tra i personaggi; un esempio è Max che, durante il talk show, dice a Nicki: “Sa cosa direbbe Freud del suo abito?”, tutto quel dialogo è incentrato su Freud, ma è comunque godibile, e il discorso psicoanalitico è tra le righe, in mezzo al tentativo di Max di portarsi a letto Nicki.

I piani di realtà e non-realtà sono tanti,incomprensibili, a volte, durante la visione, ci chiediamo dove siamo, quale realtà stiamo vedendo (non come quel giochino nolaniano), soprattutto il finale, a mio avviso epico ("non come quel giochino nolaniano" cit).

Trivia: quasi tutti i personaggi presenti nel film vengono presentati la prima volta attraverso uno schermo televisivi (giusto per far capire le doti e la perfezione della regia). 

La trama è lineare, seppur non semplice, ed è la perfetta dimostrazione che per fare buoni film non sia necessaria una trama contorta e intrecciata per fare bei film.

Il cancro al cervello, tema ricorrente nelle pellicole cronenberghiane (come deformazione/alterazione del nuovo genere umano), è qui visto non come un qualcosa di malvagio, ma solo come un'evoluzione, un passaggio, una miglioria per il genere umano verso la "nuova carne".

Howard Shore per le musiche e Rich Baker per il trucco fanno il loro porco lavoro, e l'effetto, grazie ad entrambi, è di uno squilibrio mentale, un'inquietante sconvolgimento, dato si dal "gore" di Baker (spettacolare la morte del presidente della Spectacular Optical e tutte le trasformazioni di Max), ma dall'evoluzione dei personaggi, dalle situazioni nelle quali si vengono a trovare e dalle quali provano ad uscire.

Magistrali e da annali, le scene della pistola nella tv e della cassetta nello stomaco(un'altra vagina dalla quale "nasce" la nuova carne), ribrezzevolmente bellissime.



Commenti

  1. ALE: Ritengo sia uno dei migli
    EDGAR: ILMIGLIORFILMDICRONENBERGPORCAMMERDA!!!!!

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    Risposte
    1. fin ora è il mio primo visto, però conto di ampliare la sua filmografia al più presto...

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  2. Uno dei miei film preferiti non per nulla u.u

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