Dawn of the dead (1978) di George Andrew Romero

continuo il mio romeriano acculturamento a cazzo, ho visto prima l'ultimo, poi il terzo e ora il secondo...








A 10 anni dalla Notte arriva l'Alba. La trama è semplice (citando il buon Frusciante): inspiegata e inspiegabile (non ci interessa nemmeno averla spiegata) malattia/diffusione di un virus/germe/qualsiasi altra cosa che trasforma gli uomini in zombie; i nostri 4 eroi, dopo una veloce presentazione (dove capiamo già l'idea del regista su polizia e tv) finiscono in un centro commerciale, dove decidono di barricarsi per aspettare la fine.
La critica al consumismo viene messa in bocca ad uno dei protagonisti: "dev'essere l'istinto, il ricordo di quello che erano abituati a fare, era un posto importante quando erano vivi", ma è permeata in tutta la pellicola fino all' "invasione" dei motociclisti, insensibili che razzìano tutto senza pensare minimamente alla possibilità di prendere solo ciò di cui realmente hanno necessità. 
Alla fine di tutto il vero scontro è tra uomini e altri uomini, non tra uomini e zombie;il vero danno per l'umanità sono gli uomini, non gli zombie.
In questa pellicola abbiamo la canonizzazione dello zombie moderno (mangia carne viva, non capisce una mazza, è diverso dagli umani, non "uccide" altri zombie e neanche animali)
Inutilissima, quanto esilarante, e meravigliosa la scena delle torte in faccia agli zombie: non si capisce perché sta lì, non ha un senso, non è un passaggio della storia, non ci comunica niente, però ci fa sganasciare dalle risate da un lato e ci sconvolge dall'altro, perché inaspettata. 
Tom Savini (che fa pure il capoclan dei motociclisti) non proprio impeccabile nel trucco degli zombie, sembrano naavi stupidi (forse non ancora abituato al passaggio al colore), ma perfetto nelle scene più gore (c'è lo spappolamento di una testa in seguito ad un colpo di fucile a distanza ravvicinata che è da erezione).
Nelle pellicole di Romero il nero non è mai un negro come in tutti gli altri film americani (semplicemente un tizio che va messo per non essere considerato razzista, che però va ucciso al più presto o comunque fatto uscire di scena al più presto), e anche qui questa "tradizione" viene rispettata. I personaggi sono tutti caratterizzati con attenzione: di nessuno sappiamo tutta la storia della vita, però ci vengono dati tutti i dettagli a capire il loro comportamento e la loro evoluzione durante la pellicola. 
Immancabile la porcata dei distributori italiani, che chiamano questa pellicola "Zombie" (da cui segue l'immonda porcata di "Zombie2" etc...ovviamente porcata solo per il nome e la voglia dei distributori italiani di avere queste saghe, non rispettando comunque le saghe originali).
Il videogioco deadrising lo omaggia un pò, giusto un pò, ed è divertente vedere il film dopo aver giocato al gioco e ritrovare tanti particolari.
La morale del film è semplice (e per questo mostruosamente vera): basta essere uniti, e non intelligenti, per ottenere ciò che si vuole.


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